Un uomo arrestato durante un controllo in San Babila custodiva in una stanza segreta un vero e proprio arsenale di armi, ora è accusato di spaccio e detenzione illegale di armi
Un banale controllo durante una operazione in pieno centro per la prevenzione del piccolo spaccio, ha portato gli agenti della squadra mobile di Milano a scoprire un vero e proprio arsenale nascosto in una stanza segreta nella sua abitazione a Taino, in provincia di Varese.
È accaduto mercoledì pomeriggio. A effettuare l’operazione gli agenti della Sesta Sezione della squadra mobile, impegnati in un servizio antidroga in via Archimede. Qui hanno notato un uomo, a bordo della sua auto, che si guardava intorno in attesa di qualcosa o qualcuno.
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Il passaggio degli agenti lo aveva particolarmente innervosito. Fono all’arrivo di un secondo individuo che è salito rapidamente sulla stessa vettura per uscrirne pochi secondi dopo. Una prassi abbastanza comune di un cliente che decide di acquistare della droga. Gli agenti hanno a questo punto deciso di seguire l’auto fino in piazza San Babila, l’hanno fermata.
La perquisizione ha portato al sequestro di 19 dosi di cocaina del peso complessivo di circa 24 grammi, tutto il necessario materiale per il confezionamento e una borsa a tracolla sul sedile del passeggero. Al suo interno, è stato rinvenuto anche un revolver calibro 38 con cinque proiettili nel tamburo. A questo punto è scattato il fermo.
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Portato in Questura, il 44enne è stato trovato in possesso di un mazzo di chiavi e di un telecomando riconducibili a un capanno situato nella sua abitazione a Taino, in provincia di Varese. Gli agenti si sono quindi recati sul posto per effettuare una perquisizione e durante i controlli, hanno notato che la planimetria del magazzino non coincideva con gli spazi reali al suo interno.
Proseguendo le verifiche, è stata individuata una stanza segreta, nascosta dietro una parete. All’interno della stanza, la polizia ha scoperto un vero e proprio arsenale composto da sei pistole, due mitragliatrici, due fucili, caricatori, silenziatori e circa 1.300 munizioni di vario calibro. Tutto il materiale è stato sequestrato. Una dotazione di armi davvero impressionante e non comune…
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Il 44enne, identificato come Giovanni Abilone, era già noto alle forze dell’ordine. Risulta infatti indagato nell’ambito dell’operazione Hydra condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano. L’indagine collega Abilone a presunti legami con il clan mafioso di Castelvetrano, storicamente associato a Matteo Messina Denaro, e a reti criminali più ampie coinvolte in traffici illeciti.
Per Giovanni Abilone si sono aperte le porte di San Vittore. Le accuse nei suoi controlli sono di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo oltre a detenzione di armi da guerra e armi clandestine. In giornata dovrebbe essere interrogato per la convalida del fermo, mentre continuano le indagini soprattutto per accertare la provenienza delle armi e il loro eventuale utilizzo in attività criminali.