L’epilogo dell’ultima protesta dei ristoratori a Milano

La scorsa settimana avevamo dato conto di una nuova forma di protesta da parte di un ristorante di zona Sempione che sarebbe rimasto aperto per San Valentino fino alle 22:00 offrendo agli avventori la possibilità di fare un tampone prima di entrare nel locale.

Lo hanno puntualmente fatto e, come già accaduto per altre forme di protesta simili, è intervenuta la Polizia che ha multato la proprietaria per 400 euro imponendo poi la chiusura del locale per cinque giorni.
Gli avventori, una sessantina di persone, sono stati identificati e quindi invitati a lasciare il locale.

La proprietaria ha poi rivelato di aver ricevuto una diffida all’apertura forzata dalla Questura ma nonostante questo: “[…] La mia è stata una ‘sfida’ per il bene comune, ora i miei avvocati impugneranno la sanzione”.

Fuori dal locale, era stato allestito un gazebo con la presenza di un medico che ha sottoposto gli avventori al tampone. Per l’occasione ne erano stati comprati circa 300 con un esborso di 2.800 euro.

Sull’epilogo della vicenda è intervenuto nuovamente Paolo Polli, promotore dell’iniziativa e del “Comitato in difesa delle partite Iva” che ha lodato il coraggio della titolare “che non ha avuto paura di esporsi per una causa comune”.

Intanto la situazione dei ristoratori rimane estremamente difficile se uno di loro ha tenuto a precisare: “Abbiamo incassato in tutto diecimila euro di ristori, ma paghiamo la stessa somma per l’affitto mensile, come facciamo ad andare avanti?”.

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