L’ultimo saluto a don Roberto Malgesini nella sua Valtellina

I funerali di don Roberto Malgesini, il prete di 51 anni che si occupava degli ultimi e degli immigrati ucciso a Como, si sono svolti nella piccola chiesa di Sant’Ambrogio a Regoledo, frazione di Cosio Valtellina, dove era nato e dove vive tutt’ora la sua famiglia.

La folla che si è radunata per le esequie occupava buona parte del sagrato e ha seguito la funzione nel rispetto delle regole sanitarie vigenti.
Il vescovo di Como Oscar Cantoni ha officiato la cerimonia e ha ricordato il sacerdote ucciso con queste parole: “Don Roberto vive nella pace da martire. Ha donato la vita come un martire di misericordia”.

All’indomani dell’omicidio di don Roberto, un uomo di origine tunisina, Ridha Mahmoudi, si era presentato dai Carabinieri per costituirsi come responsabile del gesto.
Il suo arresto era stato quindi convalidato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.
A qualche giorno di distanza l’uomo è stato convocato alla presenza del giudice delle indagini preliminari Laura De Gregorio e, in quella occasione, ha ritrattato la confessione.
Ha quindi negato l’omicidio nonostante avesse le ferite a una mano che gli erano state curate al Pronto Soccorso. Si è detto, invece, vittima di un complotto per essere espulso dall’Italia.
A suo carico pendono, infatti, due provvedimenti di espulsione verso il suo paese, la Tunisia, l’ultimo dei quali doveva diventare esecutivo ad aprile 2020.
Durante l’interrogatorio, che è durato nel complesso una mezz’ora Mahmoudi non ha rivolto accuse ad altre persone.
Resta per ora in carcere con le stesse accuse di quando si è costituito.
Il suo legale Davide Giudici ha fatto sapere che chiederà la perizia psichiatrica.

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