Il Consiglio comunale ha concesso la cittadinanza onoraria di Milano a Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna incarcerato dallo scorso mese di gennaio nel tristemente noto carcere di Tora, destinato a criminali e dissidenti politici, in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva.
Nella delibera del Comune si legge la seguente motivazione: “Il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki oltre a essere un importante attestato di vicinanza a un giovane ricercatore dell’Università di Bologna, impegnato in importanti iniziative a favore dei diritti umani, è anche un forte segnale di solidarietà e vicinanza della città di Milano nei confronti di tutti coloro che, in molte Nazioni con governi dittatoriali e antidemocratici, vengono ingiustamente detenuti e condannati in quanto anche solo semplicemente sospettati di far parte di associazioni e movimenti che si battono per i diritti civili e politici”.
Nonostante la pressione internazionale, il Tribunale che solo qualche giorno fa doveva pronunciarsi sulla scarcerazione ha deciso per altri 45 giorni di reclusione. Un “giochetto” già visto in tutte le udienze precedenti e che potrà ripetersi fino al raggiungimenti dei 2 anni di carcere.
Questa volta, però, ci si aspettava, forse, un esito diverso.
Nei giorni scorsi, infatti, erano stati arrestati altri due appartenenti alla onlus – la Eipr – per cui lavorava anche Zaki. I due però sono stati liberati.
L’iniziativa del Comune vuole mantenere l’attenzione sulla vicenda tanto che un ritratto del giovane è stato sistemato sulla facciata di Palazzo Marino sotto allo striscione che chiede “Verità per Giulio Regeni“.
Proprio per quest’ultimo, torturato e assassinato nel 2016, la procura di Roma si appresta a pronunciare la sentenza di condanna contro 5 agenti del servizio segreto egiziano.
Resta il gelo tra il nostro paese e l’Egitto su questa vicenda.