Un percorso settimanale, attraverso podcast, nell’iconico mondo del Beat italiano.
Gli episodi in Podcast di “The Beat Goes On” sono il frutto dell’idea di Ivano Bison e di Alessandro Mapelli.
L’intento degli autori è di realizzare, a puntate, una piccola opera divulgativa riguardante il Beat Italiano, un fenomeno che risultò decisivo nella fase presa in esame dai racconti (1964-1969).
Il Beat Italiano ebbe molta importanza, non solo nel campo commerciale discografico e nella realizzazione dei sogni di giovani musicisti. Dopotutto, non vanno sottovalutati gli sviluppi impressi nel settore editoriale e formativo. Ciò vale per un’intera generazione di giornalisti specializzati o (più semplicemente) tra gli appassionati di musica.
Lo spunto per il lavoro, svolto nella massima collaborazione, è venuto da curiosità di sovente espresse sul come si sia affermato (anche in Italia) l’interesse per la musica anglosassone in milioni di ragazze e di ragazzi.
In questo sesto episodio:
Una volta si diceva che fosse ottima cosa “avere dei santi in paradiso”. È da tempi lontani che una bella lettera del parroco, più di ogni altolocata segnalazione, ti permetteva una presentazione meno anonima nei confronti di altre persone. Il parroco segnava così un’altra tacca, sommandola ai suoi già molteplici poteri, attribuitigli dalla tonaca e dal fatto che spesso veniva riconosciuto come una (se non l’unica) autorità credibile all’interno di una comunità. Lo so, vi starete chiedendo cosa c’entri tutto ciò in una rubrica che si occupa di una minima porzione di storia musicale, perlopiù dedicata al beat. La risposta sta nel sottolineare come la dea bendata, (nel mondo dello spettacolo la buona sorte è un fattore assai importante)… la fortuna dicevo, abbia avuto un ruolo per dischiudere ai Dik Dik le porte del magico mondo della musica italiana. Poiché è dei Dik Dik, i protagonisti in questo episodio di The Beat Goes On, che tracceremo alcune note diciamo subito che: se sono arrivati ai vertici delle classifiche e vi sono restati a lungo, questo (invece) è in assoluto, merito loro.
Ivano Bison è nato, nel 1946, a Pontelongo, in provincia di Padova. Vive a Cinisello Balsamo, dal 1961. Sposato con Rossana e ha un figlio, Stefano. Giornalista free lance, pubblicista, scrittore, ha lavorato, per lungo tempo, alla Kodak. Prima di passare, a tempo pieno, al giornalismo attivo è stato Assessore allo Sport e ai Giovani nella municipalità cinisellese.Fin dai primi anni ’70 ha collaborato con le testate televisive e radiofoniche: TRM2, Rete 55, Antenna 3, Espansione Tv, Telelombardia, TV7, La7, Radio Kelly Milano, Radio Energy, Easy Radio e Radio Village, diventando il direttore di queste due ultime emittenti. Ha collaborato per lunghi anni con Radio Lombardia, dove si occupava di radiocronache calcistiche, campionato di Serie A. Nella sua carriera può mettere all’attivo oltre millecinquecento tra radiocronache e telecronache. Ha fatto parte dello staff di collaboratori dell’agenzia video-giornalistica Brest, di Milano, per conto della quale ha realizzato centinaia di servizi apparsi su testate nazionali e condotto i telegiornali di TV7 Lombardia. E’ stato collaboratore, per due stagioni, con la redazione sportiva de “La7”. Redattore per diversi anni di Estenews e ha seguito, fino alla pensione, tutte le edizioni del Tg Nord Milano. Ha diretto, per cinque anni, il trimestrale delle cooperative cinisellesi “Dimensione Cooperativa’ e per molti altri ancora “La Città”, periodico locale. Scritto e pubblicato i libri sulla cooperazione: “1912-1992, la Cooperativa Aurora (di Balsamo) tra cronaca e storia”; “La storia dei cinquant’anni della Cooperativa di Cinisello Balsamo – Giacomo Matteotti, nel nome di un simbolo”;”Storia dei novant’anni della Cooperativa (l’Aurora) di Bresso ;“La storia della Cooperativa Vittoria di Cormamo”; “Giovani e Ribelli” sui trent’anni dell’omonima società calcistica Lo spettacolo Musicale “The Coverland-Quando le novità non erano note” è da lui ideato e scritto. E’ autore e narratore di “A Ruota Libera” dove si parla dell’opera letteraria e musicale di Bob Dylan. Ha scritto il monologo teatrale “Ho giocato con i russi” imperniato sull’avventura di un calciatore italiano, prigioniero nella Seconda Guerra Mondiale, reclutato per disputare un’amichevole contro una squadra inglese. Ha pubblicato anche “Scritti Express” un volume (con storia, saggistica, inchieste e narrativa) sulle sue lunghe esperienze giornalistiche. Attualmente è pensionato e si occupa di eventi culturali. Nel 2003 ha ottenuto, con Radio Lombardia, il “Premio speciale Gino Palumbo” per la migliore trasmissione sportiva.