Il messaggio di auguri per il trentottesimo compleanno di Mattia Maestri, il paziente uno di Codogno che da quel 21 febbraio divenne la prima zona rossa d’Italia, ha offerto l’occasione al primo cittadino Francesco Passerini per fare importanti precisazioni.
Una frase, in particolare, riassume il suo pensiero ed è: “Il coronavirus non è stata un’invenzione mediatica”.
Questa la sua risposta a un convegno di qualche giorno fa dove politici ed esponenti del mondo della cultura avevano minimizzato gli effetti dell’epidemia, un atteggiamento che era sembrato quasi una negazione.
Passerini ha ricordato le duecentoventiquattro vittime del suo Comune registrate tra il 21 febbraio e il 18 maggio, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019. Una presenza molto più che reale del coronavirus tanto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, proprio il due giugno, aveva scelto Codogno per il suo omaggio simbolico a tutte le vittime.
Ma è anche la risposta a quei deputati che qualche giorno fa si sono astenuti nel voto del Governo che ha istituito la giornata in memoria delle vittime del covid-19 fissata per il 18 marzo.
Per Passerini il ricordo è e sarà sempre un dovere anche se ora l’emergenza si è ridimensionata rispetto ai mesi scorsi. A suo dire bisogna ora mantenere l’allerta ma senza sfociare nell’allarmismo.
L’esperienza nella gestione dell’emergenza ha portato a effettuare più tamponi, le terapie intensive sono ora vuote e da circa due mesi non si registrano nuovi contagi. Inoltre si sta pensando a una campagna di monitoraggio con test sierologici per valutare anche l’incidenza della malattia.
In questa fase Codogno guarda al futuro. Nell’immediato, e si parla dell’8 agosto, è infatti previsto un concerto jazz. Previsti un migliaio di partecipanti, tutti rigorosamente seduti come impongono le misure di sicurezza.