Ha avuto finora oltre 41.000 condivisioni solo su Facebook la lettera scritta dall’antropologa somala Maryan Ismail, facente parte della comunità di Milano, indirizzata a Silvia Romano. Una missiva aperta, accorata, nella quale l’antropologa spiega alcuni tratti caratteristici del suo popolo, il terrore inflito da Al Shabaab nel suo Paese e le sue impressioni riguardo alla conversione all’Islam della cooperante.
“Noi somali ne conosciamo il modus operandi spietato e soprattutto la parte del cosidetto volto “perbene”. Gente capace di trattare, investire, fare lobbing, presentarsi e vincere qualsiasi tipo di elezione nei loro territori e ovunque nel mondo – si legge – Comprendo tutto di Silvia. Al suo posto mi sarei convertita a qualsiasi cosa pur di resistere, per non morire. Mi sarei immediatamente adeguata a qualsiasi cosa mi avessero proposto, pur di sopravvivere. E in un nano secondo. La sua non è una scelta di libertà, non può esserlo stata in quella situazione. Scegliere una fede è un percorso così intimo e bello, con una sua sacralità intangibile. E poi quale Islam ha conosciuto Silvia? Quello pseudo religioso che viene utilizzato per tagliarci la testa? Quello dell’attentato di Mogadiscio che ha provocato 600 morti innocenti? Quello che violenta le nostre donne e bambine? No non è Islam questa cosa”.
La lettera si conclude con un “Ti abbraccio fortissimo cara Silvia, il mio cuore e la mia cultura sono a tua disposizione”.