La Procura di Milano ha chiesto ai vertici di Facebook l’identità di una decina di profili fake individuati tra quelli dai quali sono partiti una serie di insulti nei confronti di Silvia Romano.
Gli investigatori sono infatti sulle tracce delle persone che, provando a sfruttare l’anonimato via social network, hanno attaccato pesantemente la cooperante dopo l’operazione dell’intelligence che ha portato alla liberazione della donna, prigioniera per 18 mesi in Somalia di un gruppo terroristico i cui seguaci avevano rapito la donna in Kenya.
Subito dopo i primi insulti apparsi sul web la sezione antiterrorismo della Procura, guidata da Alberto Nobili, ha aperto un fascicolo per minacce aggravate. Gli investigatori stanno seguendo la pista “politicizzata”: alcuni indizi porterebbero infatti a militanti di gruppi di estrema destra, ma non viene scartata alcuna ipotesi.