Sergio Ramelli: via libera a una strada che porta il suo nome a Lodi

Nella tarda serata di ieri il Consiglio comunale di Lodi ha approvato una mozione per dedicare una strada cittadina alla memoria di Sergio Ramelli, il giovane del Fronte della Gioventù assassinato a Milano nel 1975 da alcuni esponenti di Avanguardia operaia.

Ramelli, infatti, era originario di Lodi e proprio qui è sepolto nel Cimitero Maggiore. La proposta di dedicazione era stata avanzata nel 2019 dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ed era diventata una vera e propria mozione solo a gennaio del 2020. Il dibattito e la delibera sono quindi arrivati nel 2021 e in fase di approvazione ci sono stati 19 voti favorevoli e 7 contrari.

“È importante la memoria sempre, tutta. È importante ricordare le vittime dell’olocausto, i morti di destra e i morti di sinistra – ha spiegato il vicesindaco Lorenzo Maggi, sostenitore della mozione – la mozione passata ha indicato l’indirizzo a procedere”.
Ne testo della delibera si spiegano quindi i motivi della scelta riconducibili al dovere della memoria verso un giovane morto in circostanze tragiche e a un allineamento con i comuni di Casalpusterlengo e Codogno che hanno già strade intitolate a Ramelli.

Critiche alla decisione sono state espresse dal Partito Democratico che avrebbe preferito una commemorazione per le vittime dell’odio politico ricordando così tutti i caduti per le proprie idee indipendentemente dall’appartenenza politica.
“A questo punto andrebbe dedicata una via a tutti quelli morti in quelle condizioni – ha ribadito Isa Ottobelli, presidente dell’Anpi lodigiano – . E in quegli anni sono stati tanti. Perché solo lui? Non ha senso – ha spiegato Ottobelli prima del voto – non c’è una motivazione che riteniamo valida. Abbiamo proposto invece l’intitolazione di una piazza o di uno spazio, a tutte le vittime della violenza politica. Allora in quel caso lì siamo d’accordo”
Al discorso ideologico si accompagnano anche timori per l’ordine pubblico dal momento che le commemorazioni di Ramelli, specie a Milano, sono state spesso accompagnate da raduni di neonazisti con tanto di saluto romano.

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