Tra la tarda serata di mercoledì e la mattina di oggi si sono registrati momenti di tensione tra il presidio permanente di SI Cobas e le Forze dell’ordine davanti allo stabilimento FedEx – Tnt di via Spinelli a Peschiera Borromeo, hinterland est di Milano.
Nella serata di ieri si erano riuniti sul posto un centinaio di lavoratori e le tensioni erano sfociate in scontri costati alcune contusioni a un 39 enne, poi soccorso dal 118, mentre si tentava di consentire l’accesso ad alcuni camion all’interno dell’azienda.
Il picchetto era poi continuato per tutta la notte fino alla mattinata di oggi quando sul posto c’erano circa una settantina di persone. La dinamica che ha portato allo scontro è stata la stessa ovvero la forzatura del blocco per consentire il passaggio di camion che trasportavano merce deperibile.
In questa occasione gli scontri che ne sono seguiti hanno provocato il ferimento di un Carabiniere e di un agente della Digos colpito a una mano poi trasportati in codice verde all’ospedale di San Donato.
Il presidio sindacale di Peschiera è l’ultimo capitolo di una protesta che dura da un mese e mezzo, è nata dalla decisione dell’azienda di chiudere lo stabilimento di Piacenza con conseguente perdita del posto per le 300 persone che vi erano impiegate. Tutte le operazioni sono quindi confluite in Lombardia
Anche in quella circostanza c’erano stati degli scontri tanto che la Procura locale aveva disposto i domiciliari per due attivisti mentre altri sindacalisti erano finiti nel registro degli indagati a valle di una manifestazione indetta a febbraio.
Sul posto, a Peschiera, anche Alessandro Zadra, coordinatore provinciale dei Si Cobas di Milano che ha spiegato: “C’è invece un piano di ristrutturazione aziendale che ha comportato il licenziamento delle persone che avevano contratti a tempo indeterminato, o altre forme contrattuali, per sostituirli con lavoratori interinali”.
Aggiungendo poi: “Chiediamo l’apertura di un tavolo al ministero del Lavoro con FedEx per la riassunzione dei lavoratori di Piacenza e perché si riveda il piano di ristrutturazione in modo che non abbia ricadute occupazionali”.