Prima della tradizionale udienza generale del mercoledì, Papa Francesco ha voluto incontrare la famiglia di don Roberto Malgesini, il sacerdote originario della Valtellina ucciso a Como lo scorso settembre da un tunisino, immigrato irregolare, che assisteva insieme a tane altre persone in difficoltà.
Le parole di consolazione del Papa sono state: “Le lacrime di quei genitori sono le lacrime loro e ognuno di loro sa quanto ha sofferto vedere questo figlio che ha dato la vita nel servizio dei poveri. Quando noi vogliamo consolare qualcuno – ha aggiunto – non troviamo parole perché non possiamo arrivare al suo dolore, perché il suo dolore è suo, le lacrime sono sue. Lo stesso con noi: il mio dolore è mio, le lacrime sono mie, e con queste lacrime, con questo dolore mi rivolgo al Signore”.
All’indomani dei fatti, il Pontefice aveva inviato il cardinale Krajewski in visita alla famiglia come gesto di estrema vicinanza.
Li accompagnava il vescovo di Como Oscar Cantoni che aveva celebrato la messa in suffragio del sacerdote.
A proposito della reazione della famiglia, Cantoni ha sottolineato che la famiglia ha accolto la visita “Con molta commozione innanzitutto ma anche con tanta gratitudine, sapendo che attraverso il Papa era tutta la Chiesa che riconosceva il loro figlio e quindi hanno avuto un segno grande della tenerezza della Chiesa nei confronti di coloro che soffrono”.
All’indomani del brutale assassinio, un uomo di origine tunisina e senza fissa dimora si era accusato del delitto. Di fronte al magistrato, però aveva ritrattato. L’uomo, si è poi appreso, soffriva di disturbi psichici e forse temeva di essere rimpatriato, un provvedimento che avrebbe dovuto essere preso durante i mesi del lockdown.
Nel mese di ottobre il Presidente Mattarella aveva conferito a don Roberto la medaglia d’oro al valor civile.