Un pacco bomba è stato recapitato a Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Brescia.
È successo negli uffici della Feralpi Group, l’azienda che dirige a Lonato del Garda, in provincia di Brescia.
L’ordigno, che aveva la forma di una scatola rossa, conteneva al suo interno un innesco, un detonatore e polvere da sparo ma, a detta degli inquirenti, non sarebbe potuto esplodere.
Il pacco non conteneva nessuna rivendicazione scritta e sembra che sia stato aperto dallo stesso Pasini che, a fine giugno, aveva ricevuto anche delle lettere minatorie.
Sul fatto indaga la Digos che sta seguendo anche la vicenda dei proiettili recapitati a Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, a capo di un’altra azienda sempre nel bresciano, e a Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo.
Per questi episodi, le rivendicazioni erano arrivate dai Nuclei proletari lombardi.
A seguito dell’episodio la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo contro ignoti e ha deciso di affidare una scorta all’imprenditore.
Unanime la solidarietà a Pasini da parte del mondo politico, sindacale e industriale.
Marco Bonometti ha commentato: “Occorre al più presto recuperare un sentimento di coesione nel Paese per superare questa fase delicata e le sfide che attendono l’Italia. Il clima di odio e di disprezzo che si è creato verso l’impresa e gli industriali non aiuta certamente a risolvere i problemi in cui versano economia e società in questo difficile momento: l’intimidazione non può fermare il nostro impegno di rappresentanza nel difendere la libertà di fare impresa e la democrazia in un paese liberale come l’Italia”.
“Ci adopereremo sempre per combattere la cultura anti-impresa – ha continuato – che purtroppo aleggia ancora nel nostro Paese: l’impresa è e rimarrà centrale”.