In attesa che il Governo e la conferenza delle Regioni trovino un accordo su chi e come intervenire per arginare la crescita dei contagi, da Milano, definita dal ministro Speranza “sorvegliata speciale” arrivano voci sul lockdown che non potrebbero essere più contrastanti.
Da un lato i clinici che lamentano una situazione in peggioramento crescente e che per bocca del presidente dell’ordine di medici Roberto Carlo Rossi denuncia: “Di una cosa siamo certi: la situazione sia nelle strutture sanitarie ospedaliere che anche nella medicina del territorio è diventata insostenibile. È necessario intervenire con un lockdown immediato ed efficace”.
Per poi argomentare: “Non esistono piccoli rimedi a grandi problemi così come non si può giocare a scaricare su altri ruoli e responsabilità: la situazione è molto seria e senza interventi drastici non può che peggiorare. Soprattutto se inoltre non ci si attrezza seriamente per tutelare quei medici che, ancora adesso, sono impegnati in prima linea, ma senza le necessarie attrezzature e materiali di protezione per svolgere in sicurezza il proprio lavoro”. Da qui l’invito a fare presto con ulteriori provvedimenti restrittivi.
Dall’altro c’è il fronte della politica con il governatore Fontana e il sindaco Sala che respingono l’idea di un lockdown totale a meno che il Governo non dia garanzie sugli aiuti che, nel caso, riceveranno le attività più colpite dal provvedimento. Solo a fine ottobre Sala aveva detto di voler aspettare l’effetto dei provvedimenti già presi.
Nel frattempo, i dati aggiornati a oggi, 2 novembre descrivono la seguente situazione:
– 5.278 nuovi contagi a fronte di 24.087 tamponi;
– un incremento di 17 pazienti in terapia intensiva per un totale di 435 persone;
– 46 decessi;
La situazione dei contagi vede sempre la città metropolitana (Milano+hinterland) al primo posto con 2.242 positivi di cui 1.025 nella sola città e alcune province con numeri importanti come Monza e Brianza con 879 casi, Varese con 486 e Como con 733.