Un’indagine coordinata dal capo dell’antiterrorismo della Procura di Milano Alberto Nobili e dal pm Francesco Cajani ha permesso di identificare 8 persone, responsabili di incursioni online agli eventi di commemorazione della Shoah, inneggiando al nazismo e al Ventennio fascista.
Le azioni di disturbo, che si sono concentrate nei primi mesi di quest’anno, erano perpetrate da un gruppo composto da un 21enne e da 7 minorenni ed erano accompagnate dalla musica delle marcette di quel periodo oltre che da bestemmie e frasi antisemite.
Proprio per questo, le accuse rivolte agli indagati riguardano l’accesso abusivo a un sistema informatico, la violenza privata, la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica o religiosa.
E così la Digos di Milano e la Direzione centrale Polizia di prevenzione hanno disposto una serie di perquisizioni nelle abitazione degli 8 indagati individuati a Bari, Bologna, Brescia, Palermo, Roma, Torino, Trapani e Treviso.
Nella maggior parte dei casi le incursioni avvenivano durante le dirette sulla piattaforma Zoom, motivo per cui gli inquirenti sono riusciti a risalire con facilità agli account delle persone coinvolte che non risultano appartenere a formazioni politiche o estremiste.
Anzi, a loro difesa hanno parlato di semplici azioni goliardiche che però venivano pianificate con cura, si è scoperto, attraverso un gruppo Telegram già rimosso dal social.
La prima azione del gruppo aveva preceduto la celebrazione della Giornata della Memoria disturbando un convegno a Venezia. A distanza di un solo mese era stata la volta di un incontro, sempre online, organizzato a Cinisello Balsamo a favore degli studenti delle scuole medie e superiori.