Frode fiscale per 30 milioni di euro nel Varesotto

La Guardia di Finanza di Varese ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare, in carcere, per l’accusa di frode fiscale.

Le indagini, condotte dalla Procura di Busto Arsizio ha scoperto, infatti, un elevato numero di fatture false emesse da diverse società cosiddette “cartiere” ovvero costituite proprio per questo scopo.
Le società – circa 70 – che ricorrevano alle false fatture beneficiavano di provvigioni comprese tra il 5% e l’8% dell’imponibile indicato nelle fatture.
Questo meccanismo di frode è andato avanti dal 2017 all’anno in corso e ha generato introiti per 30 milioni di euro per i truffatori e un mancato versamento dell’IVA allo Stato per altrettanti 4 milioni.
La frode beneficiava poi di un articolato sistema di prestanome e di operazioni che consentivano di ripulire le grandi quantità di denaro contante originato dalla frode.

Le operazioni della Gdf hanno portato a numerose perquisizioni eseguite nelle province di Varese, Milano, Brescia, Como, Monza, Lodi, Pavia, Novara, Treviso e Agrigento. Per quelle effettuate nelle abitazioni dei tre indagati, i Finanzieri si sono serviti di 3 unità cinofile, dette cash-dog, addestrate nella ricerca di contante nascosto e di termoscanner.
Proprio grazie a questi strumenti sono stati ritrovati 260 mila euro nascosti in un’intercapedine oltre a diverse carte di credito e orologi di valore.

Le indagini si sono avvalse anche dell’analisi dei tabulati telefonici, delle intercettazioni telefoniche e ambientali audio/video e di pedinamenti.

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