Emilio Fede: la Cassazione conferma due capi di accusa per il processo sul fotoricatto

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 2 anni e tre mesi per l’89enne ex direttore del Tg4 Emilio Fede nell’ambito del processo sul fotoricatto ai danni del dirigente Mediaset Mauro Crippa.

L’udienza si è svolta il 2 febbraio scorso ma le motivazioni della sentenza sono state depositate solo oggi. La Cassazione ha quindi giudicato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa di Fede contro la decisione pronunciata dalla Corte di Appello nell’aprile del 2019 che aveva confermato due dei tre capi di imputazione a carico di Fede riducendo contestualmente la condanna inflitta in primo grado nel 2017.

Crippa era il funzionario di Mediaset, all’epoca responsabile dell’informazione, che aveva deciso il licenziamento di Fede.

Nella sentenza si legge che le “conclusioni circa la responsabilità’ del ricorrente risultano adeguatamente giustificate dal giudice del merito attraverso una puntuale valutazione delle prove, che ha consentito una ricostruzione del fatto esente da incongruenze logiche e da contraddizioni”.

In merito al ruolo di Fede nella vicenda:”anche mediante l’ampio richiamo delle risultanze probatorie valorizzate ai fini di condanna dal primo giudice, ha adeguatamente giustificato la ricostruzione del ruolo di mandante di Fede rispetto all’elaborazione di foto compromettenti da utilizzare contro Crippa, individuato come il principale responsabile del suo licenziamento da Mediaset”.

Quindi, prosegue la sentenza: “Si sono ampiamente illustrate le ragioni, di fatto e logiche, in virtù delle quali Fede è stato individuato quale ideatore del reato di estorsione, programmando la realizzazione delle immagini compromettenti per Crippa (risultando irrilevante ai fini di causa se le stesse fossero vere o false), nonché quale autore del tentativo di utilizzo delle stesse a fini strumentali rispetto al disperato tentativo di evitare il licenziamento da Mediaset che Crippa, responsabile dell’informazione, aveva deciso di attuare”.

Impostazioni privacy