Il patron della Fassa Bartolo indagato per frode fiscale

La sinergia tra la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate ha portato al sequestro, dello yacht di lusso dell’imprenditore nonché titolare dell’omonima impresa di calcestruzzi Paolo Fassa.

L’azienda Fassa Bartolo è una delle più antiche del Veneto – la sua fondazione risale al 1710 – e ha iniziato l’attività producendo “calce viva in ciottolo” con unità produttive dislocate nelle province di Treviso, Padova, Vicenza e Venezia oltre al Friuli.

L’inchiesta condotta dai pm della procura di Milano Paolo Storari e Giordano Baggio  hanno infatti ricostruito un quadro indiziario riconducibile ai reati di frode fiscale e autoriciclaggio.

Si è proceduto quindi al sequestro dell’imbarcazione “Blanca”, un 50 metri battente bandiera britannica ormeggiato nel porto di Genova oltre a conti correnti societari e personali per un valore complessivo di un milione e mezzo di euro.

Si sarebbe infatti accertata la sproporzione tra i redditi denunciati da Fassa e famiglia, dal momento che è indagata anche la figlia, almeno negli ultimi anni e che ammonterebbe a nove milioni di euro.

Il volume di affari che avrebbe portato all’acquisto dello yacht con un leasing di 15 anni fa sarebbe quindi il risultato di una frode avvenuta attraverso la Fassa srl, e un meccanismo di fatture false legate a prestazioni pubblicitarie che non ci sarebbero mai state.
I capitali sottratti alla società e nascosti al Fisco sarebbero stati dirottati verso società off-shore in Croazia, Svizzera, Principato di Monaco e Panama.
Lo stesso si applicava poi all’imbarcazione, gestita da società con sede nel Regno Unito e ai conti in Svizzera e Malta.

A quanto si apprende, Fassa avrebbe già restituito al Fisco circa cinque milioni di euro.

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