Milano, insieme a Napoli e Bologna, è uno dei 3 capoluoghi con un risultato elettorale certo al primo turno come ha dimostrato la vittoria di misura del sindaco uscente Giuseppe Sala che ha ottenuto il 57,3% dei consensi.
Lo sfidante del centrodestra Luca Bernardo si è fermato al 32% pur commentando il risultato: “Oggi ha vinto l’astensionismo. Ma sfido chiunque a raggiungere il risultato che abbiamo raggiunto noi in soli quindici giorni di campagna elettorale”.
Ha quindi aggiunto: “Intanto auguro a Beppe Sala di fare un buon lavoro con la nostra città, ma lo invito anche a guardare quest’altra parte della città” riferendosi alle periferie.
Tornando al sindaco rieletto, dal suo quartier generale per le elezioni in zona Isola, ha parlato di un risultato “quasi storico”. Per trovare uno scenario con uno scarto di preferenze simile, ma di segno politico diverso, bisogna infatti tornare alle elezioni del 2000 con Gabriele Albertini.
Di certo, come ha riconosciuto lo stesso Sala, ha pesato l’astensionismo dei milanesi dal momento che l’affluenza si è fermata al 47,6%, la più bassa di sempre per una tornata elettorale. Tuttavia, ha sottolineato: “Sono 40-50 mila voti in più rispetto a quelli che avevo preso nel 2016, segno che non si è astenuto chi credeva in me e nell’idea di città che incarno”.
Ora la priorità è formare la nuova Giunta nel giro di una settimana perché “Saranno i cinque anni più difficili della storia di Milano. Dobbiamo uscire dalla pandemia, mettere a terra i fondi del Pnrr e prepararci alle Olimpiadi”. Il riferimento va ai fondi previsti per la riqualificazione delle case popolari, le politiche energetiche, il vero cavallo di battaglia della sua campagna elettorale, con il teleriscaldamento a cominciare da Cassano, la mobilità dolce e la transizione ambientale.