Arriva il primo contratto per i rider che consegnano il cibo

Per la prima volta in un settore del food delivery bersagliato dalle critiche per la gestione dei suoi lavoratori, la piattaforma Just Eat diciplinerà il rapporto di lavoro attraverso un regolare contratto subordinato che sarà declinato in full time, part-time e a chiamata.

Un contratto che, fanno sapere dall’azienda, permetterà ai fattorini di avere condizioni di assunzione eque, compenso orario, ferie, malattia, indennità per il lavoro notturno, festivi, assicurazione, dispositivi di sicurezza gratuiti, tutele previdenziali e formazione obbligatoria.

In una nota l’azienda ha poi precisato che: “Il contratto di lavoro dipendente […] è basato sulle linee guida internazionali di un accordo aziendale e sull’applicazione integrale della normativa e della legislazione italiana.
Attualmente è in corso un confronto con le organizzazioni sindacali in merito all’individuazione di una disciplina collettiva che possa, con gli opportuni adattamenti e in aggiunta alle regole legali, regolare questa forma di lavoro”.

Il compenso orario dovrebbe aggirarsi su una media di 9 euro al quale si aggiungeranno bonus legati al numero di consegne fatte e una indennità per l’utilizzo del mezzo proprio.
Sono, inoltre previste un’assicurazione di responsabilità civile verso terzi, un’assicurazione sulla vita; indennità integrative per lavoro notturno, festività e lavoro straordinario; ferie, malattia e indennità per la maternità/paternità.

L’azienda fornirà dotazioni di sicurezza gratuite come casco, indumenti ad alta visibilità e indumenti antipioggia, zaino per il trasporto del cibo oltre agli strumenti per la pulizia dell’attrezzatura.
Non sarà tralasciata neppure la formazione specifica sui temi della salute e della sicurezza per il trasporto degli alimenti e della sicurezza stradale.

In alcune città lombarde, tra cui Milano, inoltre, sarà aperto un hub in zona centro dove i rider potranno ritirare e utilizzare mezzi sostenibili come scooter elettrici e e-bike.

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