ATM: resi noti i risultati dei test sierologici sui dipendenti

Nella giornata di oggi 24 luglio sono stati diffusi i dati sui test sierologici somministrati, da fine maggio a un totale di 1.852 dipendenti volontari ATM. La positività agli anticorpi ha riguardato il 7,7% del totale.

I test e il relativo studio sui risultati sono stati promossi dalla Clinica delle Malattie infettive del Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche (Dibic) ‘Luigi Sacco’ dell’università degli Studi di Milano in collaborazione con ATM, dall’ambulatorio Resnati dell’ospedale San Raffaele e dal Comune di Milano.
A supervisionare l’indagine è stato il prof. Massimo Galli.
Uno dei primi risultati emersi è il rapporto tra la positività e l’età dei volontari.

Il campione in esame, che comprendeva sia uomini sia donne, copriva un intervallo dai trentacinque ai cinquantuno anni. Le percentuali hanno rilevato il 5,7% di positivi negli under 45 e il 9,8% negli over 45.
Nel 35,2% dei casi le persone erano asintomatiche.
Altro aspetto significativo riguarda la prevalenza dei casi tra i conducenti del trasporto di superficie che non ha conosciuto sospensioni neppure in fase di lockdown.

Per quanto riguarda l’incidenza in base al sesso, sono risultati centoquarantadue uomini e nove donne sulle cento volontarie coinvolte.
Lo studio ha previsto anche la somministrazione del tampone.
In questo caso sono stati sottoposti a test tutti i positivi, tutti coloro che avevano raccontato di avere avuto sintomi compatibili con la malattia e un restante campione scelto a caso.

Su un totale di trecentosettantaquattro persone analizzate, i positivi portatori di infezione sono stati il 4%.
Nel commentare i risultati il prof. Galli ha messo in evidenza:

– l’elevato numero di soggetti asintomatici, aspetto rintracciato anche nella restante popolazione cittadina sottoposta a test in ospedale;

– il legame tra l’incidenza della malattia e l’aumentare dell’età;

– l’efficacia delle misure restrittive per contenere il virus tanto che a fine maggio, periodo di rilevazione del test, il numero di tamponi positivi è risultato basso.

Lo studio suggerisce, infine, il monitoraggio periodico di questi soggetti positivi per valutare un eventuale ripresentarsi della malattia.

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