5 maggio 2021: Napoleone a processo all’Università dell’Insubria

In occasione del duecentesimo anniversario dalla morte di Napoleone, avvenuta nell’isola di Sant’Elena il 5 maggio 1821, l’Università dell’Insubria ha deciso di mandarlo a processo.

Oggi pomeriggio, a partire dalla famosa frase “Fu vera gloria?” scritta da Alessandro Manzoni nella sua ode “Il 5 maggio”, si aprirà il dibattito al quale sarà possibile partecipare collegandosi a un’apposita piattaforma con inizio alle ore 17:49, momento in cui avvenne l’esalazione del suo ultimo respiro.

Come in ogni processo che si rispetti ci saranno una vera accusa e una vera difesa e due sentenze, una della corte e l’altra del pubblico che avrà assistito al dibattimento. Oggetto della discussione luci e ombre, imprese e misfatti di un uomo che ha impresso il suo nome a un periodo storico conosciuto proprio come “età napoleonica”.
L’accusa a Napoleone sarà rappresentata da Alberto Tedoldi, professore nell’Università di Verona. La difesa è stata affidata a Paolo Luca Bernardini, ordinario di Storia moderna dell’ateneo.
La corte è composta da Ersilio Secchi, presidente del Tribunale di Lecco, Carla Raineri e Lorenzo Orsenigo, rispettivamente presidente di sezione e consigliere della Corte d’Appello di Milano.

L’idea di questa particolare rievocazione dell’evento si deve al professor Giorgio Zamperetti, docente di Law and Humanities che ha affermato: “Dal 5 maggio 1821 un libro al giorno è stato pubblicato sulle gesta o i misfatti della sua epopea: riformatore e vettore in Europa degli ideali della Rivoluzione Francese, oppure imperialista, guerrafondaio e depredatore di opere arte?”.

“L’Università dell’Insubria – ha quindi aggiunto – non si esonera da questo dibattito, ed è tuttavia nel rispetto della presunzione di innocenza che affida il generale Bonaparte al giudizio di autorevoli magistrati, appassionati di storia e ai partecipanti all’evento, che si pronunceranno dopo avere ascoltato il serrato confronto di argomenti tra chi lo incrimina e chi lo vuole assolto. Una iniziativa in cui a fianco dell’elemento del gioco (i processi si fanno ai vivi, non ai morti), vuole in realtà far riflettere su un personaggio che, nel bene e nel male, ha marcato un’epoca significativa della nostra storia come europei”.

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