Trussardi, la maison a rischio: i conti non tornano e i dipendenti scioperano in attesa di capire quale sarà il loro futuro. Gli scenari.
Trussardi, più dubbi che certezze. La nota maison di moda è a rischio. La crisi è cominciata subito dopo la pandemia e ci sono stati numerosi tagli al personale. Successivamente alcuni dipendenti sono stati messi in cassa integrazione, ma le incognite non sono finite. Le garanzie sul piano lavorativo e contrattuale sembrano scarseggiare.
Il conto alla rovescia, nel frattempo, è cominciato: il prossimo 31 dicembre terminano gli ammortizzatori sociali e molti dipendenti non hanno ancora chiaro cosa succederà, per questo nella giornata del 16 novembre sono scesi in piazza a Milano chiedendo garanzie sul piano contrattuale e non solo.
Trussardi, dipendenti in sciopero: “Servono garanzie”
La situazione resta convulsa, con tante questioni in sospeso: nello specifico la casa di moda è controllata da QuattroR che, nel 2019, ha rilevato il 60% dell’azienda. Uno spin off partecipato ha permesso a Tomaso Trussardi e sua madre di rimanere a bordo con l’86 e il 14% delle quote.
La crisi si protrae ormai da tempo, ma a marzo 2023 è stata aperta una procedura di ricomposizione al Tribunale di Milano. I debiti sono pesanti: lo scoperto ammonterebbe a oltre 50 milioni di euro. A luglio si è registrata una perdita ulteriore di 20 milioni rispetto all’ultima (più recente) ricapitalizzazione.
Il futuro è un rebus
Gli ammortizzatori sociali erano l’ultima spiaggia, ma le garanzie stanno per finire. Quindi servono risposte e soprattutto prospettive. I dipendenti vogliono vederci chiaro, ma la panoramica è tutt’altro che limpida, la necessità mal si associa alla volontà di voltare pagina.
Se, poi, il rischio maggiore è quello di lasciare a casa molte famiglie. I dipendenti sono alle strette, ma nonostante questo cercano di rimettere insieme ai pezzi. Più che altro non distruggere quanto di buono costruito in questi anni.