Non sarà un bel Natale quest’anno quello che vivranno i pensionati: il Ministro dell’Economia ha detto no agli aumenti tanto attesi. Gli assegni saranno molto più bassi del previsto.
Le pensioni in Italia soffrono di un grosso problema e già da tempo: sono decisamente troppo basse. A fronte di una minoranza di persone che, ogni mese, si porta a casa una pensione “d’oro”, la maggior parte degli anziani devono campare con il trattamento minimo dell’Inps il quale, ad oggi, corrisponde a poco più di 600 euro al mese.

Seicento euro al mese forse sarebbero pochi ovunque, in qualunque parte del mondo ma in Italia il dislivello tra questa cifra e il costo della vita è davvero lampante. Da anni si parla di alzare le minime almeno a 1000 euro al mese ma siamo ancora ben distanti da questo ambizioso obiettivo.
Ogni anno gli assegni vengono rivalutati e, di conseguenza, aumentano. La percentuale di rivalutazione viene stabilita ogni anno in base all’andamento dell’inflazione. Ad esempio nel 2023 le pensioni furono rivalutate dell’8,1%, nel 2024 del 5,4% mentre nel 2025 ci siamo dovuti accontentare di un esiguo 0,8%. A dicembre molti speravano nell’arrivo del conguaglio che avrebbe comportato un assegno Inps significativamente più alto. Purtroppo, nelle ultime ore, il Ministro dell’Economia ha comunicato che non ci sarà nessun conguaglio.
Pensioni di dicembre: niente conguaglio, il Ministro ha detto no
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha detto di no al conguaglio di dicembre che avrebbe dovuto fare aumentare in misura importante le pensioni. Sarà un Natale nero, dunque, per molti pensionati che attendevano un assegno un po’ più sostanzioso per trascorrere le feste con maggiore serenità.

Come spiegato nel paragrafo precedente, ogni anno le pensioni vengono rivalutate in base all’andamento dell’inflazione. Ma il tasso di rivalutazione viene deciso tenendo conto solo dei primi 9 mesi dell’anno precedente. In parole semplici: la rivalutazione dello 0,8% del 2025 è stata decisa tenendo conto dell’andamento dell’inflazione dei primi 9 mesi del 2024. Come tutti ben sappiamo poi l’inflazione è tornata a salire provocando nuovi aumenti dei prezzi che hanno colpito soprattutto i beni di prima necessità come i generi alimentari.
Se l’inflazione cresce in misura superiore al tasso di rivalutazione stabilito, a fine anno c’è un conguaglio con il quale si “risarciscono” i pensionati. Nel 2023, ad esempio, in un primo tempo si era stabilita una rivalutazione del 7,4% ma, appreso che l’inflazione galoppava all’8,1%, a fine anno i pensionati hanno ricevuto un assegno più alto. Così sarebbe dovuto andare anche quest’anno.
Ma nelle scorse ore il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che, quest’anno, non ci sarà nessun conguaglio in quanto il tasso d’inflazione dello 0,8% era quello giusto, non c’è stato nessun dislivello, diciamo, tra la rivalutazione delle pensioni stabilita e l’andamento dell’inflazione durante il 2025. Molti pensionati che già attendevano un assegno più ricco a dicembre resteranno, quindi, delusi amaramente.





