L’idea della Giunta comunale del capoluogo lombardo di raddoppiare la tassa di soggiorno che i turisti sarebbero costretti a pagare in vista delle prossime Olimpiadi ha scatenato roventi polemiche
La situazione è diventata ora incandescente tra il Comune di Milano e le associazioni dei commercianti. Il nodo resta la tassa di soggiorno che, in concomitanza con l’apertura delle Olimpiadi invernali nel febbraio del 2026, la Giunta vorrebbe aumentare, portandola a 10 euro per chiunque arrivi nel capoluogo lombardo per una visita di carattere turistico, equiparandola così a Roma che per legge ha come tetto massimo proprio questa cifra.

La tassa di soggiorno si paga in alcune città italiane e colpisce i turisti che alloggiano presso hotel, bed and breakfast, ostelli, ma anche campeggi. Anche se quasi da tutti viene definita impropriamente “tassa” di soggiorno, si tratta in realtà di un’imposta, cioè un tributo locale che le strutture ricettive/turistiche impongono a chi soggiorna una o più notti e viene riscossa per conto del Comune. Fu introdotta nel 2011 per finanziare e migliorare i servizi turistici locali.
La tassa della discordia
La tassa di soggiorno è un’imposta che deve essere pagata per persona, per ogni notte che soggiorna nella città non di sua residenza. Un contributo che i turisti pagano alle strutture alberghiere in cui alloggiano durante il loro soggiorno nelle città d’arte e nelle località turistiche. L’imposta viene applicata direttamente dal Comune di riferimento che stabilisce importo e modalità di applicazione.

E proprio il possibile aumento della tassa, deciso dalla Giunta comunale di Milano, ha in questi ultimi giorni causato un duro scontro con le associazioni dei commercianti contrari all’introduzione di un ulteriore balzello che andrebbe a discapito del possibile turista. A proporla nello specifico è l’assessora al Turismo Martina Riva, che ha rilanciato in questi giorni la proposta al governo, spiegando che l’aumento garantirebbe 20 milioni di euro in più all’anno, da destinare a sicurezza, decoro e trasporto pubblico. La misura colpirebbe i turisti stranieri e gli hotel di lusso e passerebbe da 5 a 10 euro equiparando Milano a Roma.
Ecco chi pagherebbe di più
La prospettiva di un raddoppio della tassa di soggiorno in Lombardia però resta assolutamente da scongiurare secondo le varie associazioni dei commercianti e di tutto il settore terziario, soprattutto in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di Milano Cortina 2026 che porteranno nella regione, in particolare nel capoluogo lombardo, migliaia di turisti in più da ogni parte del Mondo. “Un aumento così pesante dell’imposta di soggiorno, come quello che si propone nell’attuale proposta di legge di bilancio, rischia di avere effetti concreti e negativi. Per una famiglia di quattro persone significa quasi 50 euro al giorno, cioè 350 euro in una settimana, abbastanza per rinunciare a un giorno di vacanza o ridurre le spese in città”, ha fatto sapere in una nota, diffusa via social, il segretario generale di Confcommercio, Marco Barbieri.

In un contesto poi che ha visto proprio tutte le strutture ricettive della regione aderire alla proposta di presentare prezzi calmierati da presentare ai tifosi delle varie specialità dei giochi olimpici. La replica arrivata dell’assessore al Turismo Riva ha spiegato però che la tassa andrebbe a impattare soprattutto sulle presenze straniere nelle strutture di lusso a 4 e 5 stelle come nelle altre grandi città italiane caratterizzate da una massiccia presenza di turisti come Roma, Venezia e Firenze.