La chiusura dello stabilimento ex Candy di Brugherio, prevista per giugno mette a rischio 100 posti di lavoro, sindacati e politica si mobilitano per salvaguardare lavoratori e territorio
Lo stabilimento Candy di Brugherio, una delle colonne produttive storicamente più significative sul territorio tra Milano e Brianza, che oggi fa parte del gruppo cinese Haier Europe, dovrà cessare le attività produttive a giugno.
Una decisione ufficializzata dall’azienda da tempo a seguito di un piano di razionalizzazione europea e che mette a rischio oltre 100 posti di lavoro. Dopo i sindacati, anche la politica si mobilita per scongiurare la chiusura e salvaguardare il tessuto produttivo locale.
Candy Brugherio, stop alla produzione
Il calendario corre. L’ultima lavatrice lascerà lo stabilimento di Brugherio a breve, poi si procederà allo smantellamento e dal 1 luglio l’attività dello brianzolo si fermerà definitivamente. Una decisione rientra nel piano di trasformazione industriale di Haier Europe, che mira a razionalizzare i costi e concentrare le attività produttive in pochi siti strategici.
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Nonostante la sua importanza e la sua storia non c’è più spazio né margine di trattativa per mantenere questo genere di attività nei capannoni di Brugherio. Un altro pezzo di storia industriale della provincia tra Milano e Brianza destinato purtroppo a dissolversi.
La storia della Candy
Lo stabilimento fondato nel 1927 come OMEF (Officine Meccaniche Eden Fumagalli) diventa un punto di riferimento per la produzione di elettrodomestici in Italia. In particolare lavatrici e lavastoviglie. Nel suo periodo d’oro lo stabilimento contava 200mila metri quadrati di spazi e 600 dipendenti arrivando a oltre mille addetti negli anni ’70.
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Nel suo momento di maggior splendore la Candy è un’azienda modello miliardaria: che sponsorizza persino i bolidi di F1. La mitica Tyrrell 009 che prende parte al mondiale del 1979 porta per la prima volta la scritta dell’azienda brianzola su tutta la carena…
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La Candy sopravvive ad austerity e recessione acquisendo marchi importanti: come Hoover, Rosieres, Zerowatt. Ma la concorrenza di prezzi al ribasso di est Europa e Cina si fa sentire e nel 2018 Aldo e Maurizio Fumagalli, gli eredi dell’impero, dopo avere acquisito tutto il pacchetto di famiglia da cugini e azionisti minori, vendono tutto il gruppo per quasi mezzo miliardo di euro alla cinese Haier. È la fine di un’epoca…
La difesa dei lavoratori Candy
La chiusura dell’ex Candy ha acceso i riflettori sul rischio occupazionale per gli ultimi 100 lavoratori impiegati nello stabilimento. Dopo l’intervento dei sindacati, anche la politica è scesa in campo per avviare un confronto con l’azienda e individuare soluzioni concrete.
In Regione Lombardia, la Lega ha richiesto un’audizione in IV Commissione ‘Attività produttive’, coinvolgendo i rappresentanti di Haier e i sindacati. Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in Regione, ha sottolineato l’importanza di “fare chiarezza sul futuro dei lavoratori e dell’impianto produttivo”.
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Anche il Movimento 5 Stelle si è mobilitato, con la consigliera regionale Paola Pizzighini che ha presentato un’interrogazione al presidente Fontana. La proposta mira alla creazione di strumenti pubblici per impedire la chiusura di aziende strategiche e contrastare la delocalizzazione.
Il futuro dello stabilimento di Brugherio
Nonostante l’annuncio della chiusura, Haier Europe ha manifestato l’intenzione di avviare un progetto di riconversione per garantire continuità occupazionale e preservare il ruolo strategico di Brugherio.
Nel frattempo, il sito di Brugherio continuerà a ospitare funzioni centrali per Haier Europe, tra cui il Milan Experience Design Center e i laboratori di ricerca e sviluppo dedicati alla connettività e all’Internet of Things.