Vasco Rossi non resta a guardare. Il rocker di Zocca sta scrivendo nuove canzoni. Nel frattempo parla della nuova scena milanese.
Vasco Rossi torna a parlare. Lo fa dalle pagine del Corriere della Sera, intervistato da Aldo Cazzullo. Il giornalista riesce a catturare i momenti più intimi dell’artista trovando anche la maniera di affrontare il presente. Un Vasco più riflessivo e mai domo quello intervenuto al Corriere: “L’artista deve provocare per scuotere le coscienze.
Questo è il mio compito, cerco di farlo da sempre”. Le canzoni di Rossi sono un manifesto: una vera e propria cartolina di generazioni a confronto. La ruota gira, ma ciascuno ha i propri riferimenti. Il rocker riesce a catturare tutti, ma non è tracotante al punto da considerarsi l’unico. Sa che ormai si appresta ad essere una sorta di revival perenne.
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Vasco Rossi sicuro sui suoi colleghi: “Ghali, Marra e Mahmood numeri uno”
Passato mai, ma al contempo pronto a cedere il passo. Dopo di lui tanti, ma solo alcuni sanno arrivare al cuore come ha insegnato Vasco stesso. Il testimone ideale lo raccolgono – secondo il rocker di Zocca – Ghali, Mahmood e Marracash. Rossi li considera gli attuali numeri uno perchè sanno arrivare – testuali parole – alle coscienze di giovani e meno giovani con facilità.
Poi Rossi è veramente colpito da quel che Ghali ha fatto in favore dello stop al genocidio: “È un outsider – spiega – e porta sul palco quel che sente dentro”. Un concetto su ci torna spesso Rossi, quel che l’ha reso anche così eterogeneo. La voglia di sparigliare le carte. Ora tocca ad altri, ma Vasco non si è certo dimenticato come si fa. Tra un aneddoto e l’altro, studia l’avvenire e medita sul futuro. Una nota alla volta. Ci sarà anche una nuova scena, ma per Rossi non è ancora il momento di calare il sipario.