Lo sfogo del cantante sui social dopo la finale del Festival. Criticato il sistema di votazione che non premia il giudizio popolare.
“Questa gente che ha votato da casa e che ha speso dei soldi si vede il proprio giudizio ribaltato dalla sala stampa”, le parole di Ultimo rimbalzano da una parte all’altra del web dopo che il 74esimo Festival di Sanremo si è concluso con una finale che ha lasciato l’amaro in bocca ai più. La vittoria di Angelina Mango davanti a Geolier e ad Annalisa non è andata giù proprio a tutti, anzi.
L’ipotesi avanzata dai detrattori più accaniti riguarda il boicottaggio da parte della Sala Stampa e Radio della canzone portata sul palco dell’Ariston dal rapper napoletano, I p’ me tu p’ te. Quest’ultimo è riuscito a guadagnare circa il 60% delle preferenze grazie al voto inviato dai telespettatori che facevano il tifo per lui, ciononostante ha visto il parere della gente ‘oscurato’ da quello dei giornalisti. Ovvero proprio quello di cui parla il cantautore nella clip che sta facendo il giro dei social.
Geolier come Ultimo al Festival di Sanremo? “Non fate spendere i soldi alle persone”
Proprio come successo a Geolier, anche Ultimo dovette incassare il duro colpo durante il Festival di Sanremo del 2019, quando si vide sorpassato in extremis da Mahmood, che sul palco dell’Ariston aveva interpretato la canzone Soldi. Il suo brano I tuoi particolari, invece, scivolò al secondo posto e a chiudere il podio ci pensò il trio de Il Volo con Musica che resta. Dando un’occhiata ai dati del televoto, però, si nota la distanza abissale nelle preferenze.
La polemica in sala stampa, poi il video sui social dove il cantautore romano provava a spiegare le proprie ragioni: “Io mi chiedo come sia possibile che il Festival di Sanremo dia l’opportunità di votare da casa, di spendere dei soldi. Si arriva a un 46% circa di preferenze per un artista, un altro arriva al 14%. Ecco c’è una differenza più o meno del 30%, questa gente che ha votato da casa e che ha speso dei soldi, e la musica la scelgono le persone non i giornalisti, si vede il proprio giudizio ribaltato dalla sala stampa”.
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E poi nella conclusione sottolineava: “I giornalisti e la giuria d’onore, otto persone che con la musica non hanno niente a che fare. Non è il Festival scelto dal popolo ma è il Festival della stampa. Allora non fate votare la gente, non fate spendere i soldi per quattro serate alle persone. Se un artista riesce ad avere più del triplo dei voti, questa differenza non può essere ribaltata da otto persone”.
