Addio a Franco Di Mare, giornalista Rai: il celebre inviato di guerra aveva 68 anni

Franco Di Mare è morto a 68 anni. Il celebre inviato di guerra era malato da tempo. L’ultima volta in tv da Fazio: “Respiro con un tubo”.

Una vita dedicata all’informazione e alla costruzione di format. Questo era Franco Di Mare, ma soprattutto sapeva a cosa andava incontro. Sia quando ha scelto di diventare dirigente della Rai, fino a occupare nel passato recente il posto di Direttore di Rete, sia quando si è trattato di fare i conti con la malattia.

Franco Di Mare malattia
Franco Di Mare alle prese con il mesotelioma (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Una gioventù come inviato e corrispondente in zona di guerra lo ha esposto a conseguenze particolarmente rischiose. Una delle quali è respirare polveri letali. L’uomo infatti ha avuto a che fare con l’amianto durante il conflitto in Jugoslavia: una conseguenza inevitabile con cui fare improvvisamente i conti.

Franco Di Mare è morto

L’uomo ha descritto il proprio percorso recentemente – prima di passare a miglior vita – andando ospite a Che Tempo Che Fa sul Nove. Un’intervista definitiva dove l’uomo si è voluto togliere qualche sassolino dalle scarpe: “Quelli della Rai, appena hanno saputo della mia malattia, sono spariti tutti. Avevo chiesto il mio stato di servizio. Nessuno ha saputo rispondermi”.

Franco Di Mare
Il cronista alle prese con il mesotelioma (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Una confessione che ha messo in allarme i vertici Rai, ma è servita anche ad aprire gli occhi su una malattia poco conosciuta. Il mesotellioma è una patologia che toglie lentamente ogni certezza: Di Mare ha descritto tutta questa situazione – dal generale al particolare – in un ultimo libro dal titolo “Le parole per dirlo”.

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Una vera e propria liberazione sul piano editoriale per l’uomo che ha potuto lasciare una specie di testamento per gli affezionati e l’opportunità di manifestare ulteriormente il suo credo. Un senso del dovere e una voglia di vivere senza pari, ma Di Mare era anche abnegazione e interesse per coloro che non hanno voce. “Le parole per dirlo” è proprio la sintesi di una tempra e degli ideali mai scalfiti.

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