Un detenuto del carcere di Opera, Giorgio C., 58 anni, è morto all’ospedale San Paolo all’interno del reparto di rianimazione. Alcuni giorni fa, a causa di un tumore ai polmoni che non lasciava speranze di vita, aveva chiesto alla Corte d’Appello di Milano di poter “morire da uomo libero” e che quindi gli venisse revocata la misura cautelare a causa della quale era in carcere per rapina dall’aprile 2018. La Procura Generale ha dato favorevole solo ieri, commutando il provvedimento in un obbligo di firma alla polizia giudiziaria, ma l’uomo era già morto.
Il legale dell’uomo, Francesca Brocchi, ha inviato una missiva al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Francesco Basentini, al Provveditore Regionale alle Carceri Pietro Buffa, al Difensore Civico lombardo Carlo Lio, all’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera e al presidente della Commissione Carceri del Comune di Milano, Anita Pirovano, chiedendo “di approfondire se vi siano state violazioni dei suoi diritti di detenuto e di malato, anche a causa del ritardo nella diagnosi della patologia oncologica che lo ha colpito, ovvero nel ritardo/omissione delle doverose comunicazioni all’Autorità Giudiziaria competente per la misura cautelare ed al difensore” da parte della casa di Reclusione di Opera.