È stato ripescato il corpo del ragazzo di 17 anni annegato ieri nelle acque dell’Adda, poco lontano da Cassano, dopo un tuffo. Il caldo opprime tutta la provincia, ma nelle prossime ore le temperature dovrebbero abbassarsi
È stato un fine settimana drammatico non solo in Lombardia, ma un po’ in tutta Italia; la stagione estiva deve ancora cominciare e il bilancio delle vittime sulle spiagge di mare, fiumi e laghi sta già facendosi drammatica.

Rinvenuto il corpo del 17enne annegato nell’Adda
Dopo la tragedia del corpo di un uomo, ripescato senza documenti nelle acque del Lambro a Peschiera Borromeo, profonda impressione aveva destato la notizia di un giovanissimo scomparso nella corrente dell’Adda poco lontano da Cassano. Il corpo del ragazzo è stato rinvenuto ieri dopo una lunga serie di ricerche che si sono concluse nei pressi della diga della Rusca, accanto al canale della Rusca. Il corpo del giovane è in attesa dell’esame autoptici: era un ragazzo di origine moldave che viveva poco lontano dal luogo dell’incidente.
LEGGI ANCHE – Milano, ragazzino investito da un bus in monopattino: troppi incidenti in città
A dare l’allarme gli amici che con lui si erano recati sull’ansa del fiume nei pressi di via Vallette per un tuffo, nella canicola della domenica pomeriggio.
Un incidente molto simile a quello nel quale ha perso la vita giovedì scorso Abdel Eslarag, anche lui ripescato senza vita dall’Adda.
Annegamenti troppo frequenti
Il Lambro e l’Adda non sono corsi d’acqua adibiti alla balneazione. Nonostante questo, con l’arrivo del caldo, molti giovani e famiglie cercano refrigerio proprio nei loro pressi. Le correnti possono essere forti e imprevedibili, e il fondale spesso è irregolare e pericoloso.
“Servono più controlli e campagne di prevenzione mirate soprattutto ai più giovani – ha dichiarato un portavoce della protezione civile – ogni estate contiamo decine di interventi che si potrebbero evitare con un po’ di cautela e buonsenso”.
LEGGI ANCHE – Cesare Cremonini incanta San Siro: trionfo pop allo stadio Meazza
Molti amministratori locali chiedono ormai da anni il posizionamento di segnaletica più chiara e il potenziamento delle attività di sensibilizzazione e anche di controllo sul territorio. Ma resta difficile, in assenza di risorse strutturali, impedire comportamenti rischiosi come i tuffi nei fiumi.
Due tragedie che fanno riflettere
Due morti in meno di 24 ore. Due corsi d’acqua molto frequentati e la cui pericolosità è spesso sottovalutata. Due storie diverse ma accomunate da un senso profondo di impotenza e fatalità. Anche se nel caso della tragedia del Lambro, mandando testimoni ed essendo stato il corpo dell’uomo ripescato senza documenti e al momento ancora senza identità, l’inchiesta dovrà fare luce su quanto accaduto senza escludere nessuna ipotesi, gesto volontario se non addirittura omicidio.
Si tratta di episodi non isolati. Nel 2023, secondo i dati della Croce Rossa Italiana, sono state almeno 60 le persone annegate in corsi d’acqua interni, tra fiumi, laghi e canali. Una cifra impressionante, che preoccupa.