Omicidio Sabrina Beccalli, uccisa e bruciata dall’amico Alessandro. Arriva la condanna definitiva

Svolta definitiva per l’omicidio di Sabrina Beccalli, uccisa e bruciata da Alessandro Pasini nell’agosto del 2020. Per l’assassino arriva la condanna definitiva

Dopo quasi tre anni dal delitto della 39enne Sabrina Beccalli, arriva la condanna definitiva per il suo assassino. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei legali del 48enne Alessandro Pasini, confermando la condanna a 18 anni e 8 mesi di reclusione per l’uomo accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere.

Sabrina Beccalli
Sabrina Beccalli, condanna definitiva per l’amico che uccise e bruciò il corpo della donna. (ANSA) milano.cityrumors.it

Sabrina Beccalli, mamma di un adolescente di 15 anni, è stata barbaramente uccisa da quello che riteneva essere un suo amico. Alessandro, forse per un’avance rifiutata, il giorno di Ferragosto del 2020 uccise l’amica e diede fuoco al suo cadavere. Una storia brutale che oggi, con la sentenza definitiva, pone finalmente un punto decisivo all’intera drammatica vicenda.

L’appuntamento tra Alessandro e Sabrina

Tre anni fa, e più precisamente il giorno di Ferragosto del 2020, Alessandro Pasini, 48 anni, e Sabrina Beccalli di 39, si diedero appuntamento nell’appartamento dell’ex compagna dell’uomo, che in quei giorni era fuori per le vacanze estive e di cui Pasini conservava ancora le chiavi.

Sabrina Beccalli
Sabrina Beccalli e Alessandro Pasini – foto tratta da milano.corriere.it

Nell’abitazione sita in via Porto Franco nel quartiere di San Bernardino, Crema, Alessandro e Sabrina consumarono cocaina. Intorno le 5 della mattina seguente un residente della via sentì l’urlo assordante di una donna. Era Sabrina. Forse l’uomo aveva tentato un approccio intimo con l’amica e quando questa aveva rifiutato l’avance, nel 48enne scattò qualcosa di brutto che lo portò ad agire violentemente sulla donna.

L’omicidio

Sono da poco passati 20 minuti dall’urlo di Sabrina udito alle 5 di mattina quando Pasini carica sull’autovettura il cadavere. L’uomo, come dopo si saprà dall’esame autoptico, colpì la 39enne sferrandole un violento colpo dal basso verso l’alto usando il manico di una roncola. Il colpo causò alla vittima una devastante emorragia e la conseguente morte.

Una volta uccisa la donna, Pasini porta il corpo sull’auto di lei, una Fiat Panda parcheggiata sotto casa sua, in via Martiri, stessa via dove abita anche Sabrina. Sale in sella al suo scooter e va a riempire una tanica di benzina. Di ritorno appicca il fuoco. Dopo aver bruciato il corpo della 39enne, Alessandro torna sulla scena del crimine in via Porto Franco.

Il tentativo di eliminare le prove

Si munisce di detersivo e, quando fuori è quasi giorno, Alessandro Pasini ritorna in via Porto Franco per cercare di eliminare le macchie di sangue causate dal colpo inferto alla donna. I Ris rileveranno, successivamente, le tracce ematiche. Convinto di aver messo tutto a posto, a mezzogiorno il killer se ne va in trattoria a mangiare con alcuni amici che stavano festeggiando il Ferragosto.

Ma lui non era tra gli invitati. Successivamente disse: “Mi sono prenotato”. Forse un tentativo di crearsi un alibi. Alle 14, dopo aver pranzato, ritorna in via Porto Franco, per un’ultima pulita all’appartamento. In trattoria si presentò altre due volte finché alle 17 scomparve dalla vista degli amici.

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Il trasferimento del cadavere

In serata, quella stessa sera di Ferragosto, Alessandro portò con la Panda di Sabrina, il cadavere della donna a Vergonzana. Qui parcheggiò la macchina, lasciandola davanti una chiesa e, con il monopattino che aveva portato con sé, rincasò a casa. Intorno le 21:30/22 fece nuovamente ritorno nel paese di Vergonzana. Spostò la Fiat Panda portandola in mezzo alla campagna, diede fuoco all’auto e rientrò a Crema.

Proprio dall’incendio partì poi l’indagine sulla scomparsa di Sabrina. Nel processo con rito abbreviato, come riporta anche il Corriere della Sera, il sostituto procuratore generale della Cassazione aveva chiesto di confermare la condanna a 18 anni e 8 mesi inflitta dalla Corte d’Appello di Brescia che a dicembre del 2022 ribaltò la sentenza di assoluzione dall’omicidio emessa dal gup di Cremona, il quale aveva condannato l’uomo a una pena di soli 6 anni per distruzione del cadavere e per il danneggiamento della vettura. Oggi, la condanna definitiva per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Alessandro Pasini rimarrà in carcere per quasi 19 anni.

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