Omicidio Giulia Tramontano, perché “l’esperimento giudiziale” sul tappeto potrebbe provare la premeditazione di Impagnatiello

Per provare la premeditazione di Alessandro Impagnatiello nell’omicidio di Giulia Tramontano i pm portano via dalla scena del crimine due oggetti. Cosa rivelerebbe il test del tappeto e della lavatrice

Due oggetti: un tappeto e una lavatrice portati via dall’appartamento di Senago (Mi) dove la 29enne Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, è stata uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello nel maggio dello scorso anno potrebbero dimostrare la premeditazione del delitto della giovane.

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Omicidio Giulia Tramontano, perché l’esperimento giudiziale sul tappeto potrebbe provare la premeditazione di Impagnatiello (ANSA) milano.cityrumors.it

Gli investigatori sono così tornati sul luogo del delitto dopo che i giudici della Corte d’Assise di Milano hanno autorizzato il dissequestro della casa. La Procura di Milano però ha chiesto di mantenere i sigilli sul tappeto e la lavatrice nel caso venisse dato il via libera per un “esperimento giudiziale”. Questo potrebbe dimostrare la premeditazione dell’imputato.

Il tappeto

Durante l’esame in aula dell’ex barman Impagnatiello, nell’ultima udienza il pubblico ministero Alessia Menegazzo si è soffermata proprio sul tappeto che, nonostante si trovasse nel salotto in cui la donna è stata uccisa con 37 coltellate, non presentava alcuna traccia ematica.

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Omicidio Giulia Tramontano, perché l’esperimento giudiziale sul tappeto potrebbe provare la premeditazione di Impagnatiello (ANSA) milano.cityrumors.it

L’ipotesi dei pm è che il 31enne avesse spostato proprio il tappeto prima del delitto per non farlo sporcare. Impagnatiello in aula, alla domanda sull’oggetto in questione, aveva risposto che quella sera “non era presente perché il giorno prima o il giorno stesso Giulia lo aveva lavato, era steso sul balcone”.

Poi l’imputato ha continuato dicendo: “Il tappeto è stato riposizionato da me dopo aver pulito. L’ho rimesso a terra quando ho riordinato l’appartamento”. La versione dell’uomo secondo l’accusa non regge poiché a causa del maltempo di quella notte il tappeto non sarebbe stato nemmeno asciutto.

Impagnatiello ha così risposto: “Sono venuto a conoscenza che c’è stata una pioggia incessante. Il tappeto sarà stato probabilmente umido ma non era fradicio o gocciolante”. L’obiettivo dell’esperimento giudiziale in tal senso dovrebbe mirare proprio a chiarire se il tappeto possa essere infilato all’interno della lavatrice per via delle dimensioni e della composizione. Se dovesse venire fuori che le dimensioni dell’oggetto sono troppo grandi, il 31enne avrebbe mentito sul fatto che fosse stato lavato in casa e che non si trovasse nel salotto per tale motivazione.

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Il divano

Il divano presente in casa quella sera è un secondo elemento sul quale i pm hanno interrogato Alessandro Impagnatiello, anche questo oggetto risultato pulito e senza tracce di sangue. Su questo elemento, l’accusa ipotizza che l’ex barman, avendo deciso di ammazzare la fidanzata si sia premurato di coprire il divano con un telo per evitare di macchiarlo.

Sempre l’imputato ha dichiarato, come riporta anche il Giorno: “Il divano è sempre rimasto lì, è stato spostato solo dopo la morte di Giulia per pulire il pavimento”. Ma l’accusa alla domanda di come sia stato possibile che il divano non si sia macchiato minimamente considerata la sua posizione ravvicinata con Giulia nel momento del delitto, il 31enne ha ribattuto: “è stato pulito anche quello qualora ci fossero macchie. Non ricordo che fosse particolarmente macchiato. Non ho coperto con un lenzuolo né con qualsiasi altro oggetto il divano né altre parti dell’appartamento”.

Lunedì 10 giugno l’esame in aula di Impagnatiello proseguirà. Nella mattinata dovrebbero essere sentiti lo psicologo e lo psichiatra, unici due testimoni della difesa che, secondo quanto emerso dalla loro consulenza, l’ex barman “è portatore di un complesso disturbo con tratti narcisistici e ossessivo-compulsivi”.

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