Omicidio Giulia Tramontano, dal processo a Impagnatiello tutte le carte dell’accusa: video, chat WhatsApp e 33 testimoni

Dal primo giorno di processo ad Alessandro Impagnatiello accusato per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano l’accusa presenta audio, video e chat WhatsApp. In aula 33 testimoni. Per la difesa il pentimento è sincero

Secondo la difesa di Alessandro Impagnatiello, reco confesso per l’omicidio della 29enne Giulia Tramontano ammazzata con 37 coltellate al 7° mese di gravidanza, l’ex barman sarebbe sinceramente pentito. Quel che ha fatto lo addolora profondamente. Ma per la famiglia della vittima, presente in aula ieri, è una presa in giro insopportabile.

giulia tramontano processo
Omicidio Giulia Tramontano, tutte le carte della difesa di Impagnatiello (ansa) milano.cityrumors.it

Quando Impagnatiello ha iniziato a parlare, la sorella di Giulia e il padre non hanno retto preferendo abbandonare l’aula. La mamma Loredana, il papà Franco e la sorella Chiara non credono alle scuse che Alessandro Impagnatiello ha rivolto loro durante la prima udienza del processo in cui è imputato per il delitto della loro figlia, che lui ha ucciso il 27 maggio del 2023, incinta del figlio Thiago.

Le prove dell’accusa

A chi gli ha chiesto se realmente si fosse pentito, il 31enne non ha risposto. Alessandro Impagnatiello dopo la fine dell’udienza con gli occhi bassi è stato riportato nel carcere di San Vittore a Milano. Ora si dovrà attendere la prossima udienza che è fissata per il 12 febbraio. Ed è proprio in questo giorno che inizierà l’esame delle parti citate, tra queste anche gli investigatori che trovarono il corpo martoriato di Giulia avvolto in un telo di plastica.

giulia tramontano
Omicidio Giulia Tramontano, tutte le carte della difesa di Impagnatiello (ansa) milano.cityrumors.it

Mentre la madre di Giulia e la sorella, rispettivamente Loredana e Chiara Tramontano, saranno sentite il prossimo 7 marzo. Con loro sarà anche interrogata la ragazza che con l’imputato aveva avuto una relazione parallela mentre Impagnatiello era fidanzato con la vittima. Durante l’udienza di ieri, la Corte d’Assise ha accolto le prove presentate dall’accusa: 33 testimonianze, video privati, immagini delle telecamere e chat WhatsApp.

Tra gli elementi depositati dalla Procura di Milano c’è anche un vocale inviato tramite messaggistica WhatsApp da Giulia tramontano a un’amica, nella quale la vittima incinta al settimo mese di gravidanza, poco prima di essere uccisa dal compagno, diceva di volersi rifare una vita da sola col suo bambino.

Su cosa punta la difesa

Dal canto suo la difesa di Impagnatiello, invece, punta tutto sulla infermità mentale dell’imputato reo confesso. La decisione dei legali difensori del 31enne è stata quella di convocare in aula due specialisti incaricati come consulenti di parte: uno psicologo e uno psichiatra, e al momento la loro relazione non è ancora stata depositata.

Da parte della difesa nessun altro teste è stato convocato. Questo porta a pensare che la difesa delle due avvocate di Impagnatiello punti solo sulla carta della perizia psichiatrica e sulla reale capacità di intendere e volere dell’uomo all’epoca dei fatti. Questa è, difatti, l’unico “asso nella manica” che la difesa può giocarsi e che potrebbe cambiare qualcosa a livello di pena, ovvero evitare l’ergastolo.

L’ex barman è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi, rapporto di convivenza, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Dunque, solo se sarà riconosciuto capace di intendere e volere avrà l’ergastolo, invocato a gran voce dai familiari della vittima da settimane.

LEGGI ANCHE: >>> Risotto alla milanese spaziale: l’ingrediente top. Lo chef Max Mariola svela la ricetta

LEGGI ANCHE: >>> Ida Platano, gesto d’amore per lei: colpo di scena ad Uomini e donne, nessuno l’ha mai fatto prima

La lista dei testimoni

Il procuratore aggiunto Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo, titolari dell’inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo, hanno indicato per la prima udienza di ieri, giovedì 18 gennaio, una lunga lista di testimoni. Tra questi compaiono, come riporta anche il Giorno, gli investigatori che hanno seguito le indagini, i consulenti tecnici che hanno effettuato gli accertamenti scientifici, tutti i familiari della vittima.

Tra i testimoni convocati dalla procura è presente anche la 23enne italo-inglese con cui Impagnatiello aveva contemporaneamente una relazione. La ragazza, collega di lavoro del 31enne, all’epoca dei fatti aveva abortito da poco un altro figlio suo. La 23enne dopo aver conosciuto la compagna dell’imputato nello stesso giorno in cui quella sera fu uccisa, per paura dell’uomo non fece entrare in casa Impagnatiello.

Impostazioni privacy