Ha assassinato l’ex suocero Fabio Limido e sfregiato la ex moglie Lavinia con un coltello. Ora Marco Manfrinati ammette in lacrime: “Ho avuto un blackout mentale”
Durante la convalida dell’arresto, Marco Manfrinati ha ammesso piangendo, di avere avuto un “blackout mentale” e di avere iniziato a colpire al volto la ex moglie Lavinia Limido, con un coltello a serramanico, davanti al rifiuto della donna di fargli vedere il figlio di 4 anni.
Manfrinati ha rivelato che subito dopo aver colpito la ex, come se si fosse reso conto di quello che stava facendo, stava dirigendosi verso il suo Suv DR. quando l’ex suocero è intervenuto in soccorso della figlia Lavinia. Così, l’ex avvocato 40enne ha sferrato le coltellate fatali al 71enne Fabio Limido lottando con lui, dopo che l’ex suocero lo aveva colpito con un mazza da golf.
La difesa di Manfrinati
Secondo la tesi difensiva di Marco Manfrinati, aveva portato con sé il coltello perché temeva reazioni violente da parte degli ex suoceri. Nel carcere dei Miogni di Varese dove l’ex avvocato è rinchiuso dal giorno dell’omicidio, il 40enne ha risposto alle domande del gip Alessandro Chionna.
A riportare le parole di Manfrinati è oggi l’avvocato difensore Fabrizio Busignani che, come riporta anche il Giorno, racconta: “Manfrinati ha ammesso l’aggressione a Lavinia Limido e spiegato perché si è verificato quello che si è verificato. Quando si è reso conto di quello che stava succedendo, ha desistito. Ha tentato di salire sulla propria autovettura per andare a costituirsi in questura. A quel punto è stato aggredito con una mazza da golf da parte di Fabio Limido, mazza da golf che è sotto sequestro”.
Poi il difensore continua spiegando ancora: “Le telecamere hanno ripreso l’aggressione con la mazza da golf da parte di Limido, che ha distrutto l’autovettura di Manfrinati, ha colpito il lunotto posteriore, il vetro lato passeggero-guida, ha colpito Manfrinati in diverse parti del corpo, al punto che venerdì dovrà essere operato per le fratture alle mani, tipiche da difesa. L’auto è andata in panne. È sceso. Ha tentato di scappare dai colpi, è stato colpito alla schiena, circostanza che risulta dai referti, nuovamente con la mazza da golf, da Fabio Limido. Non riuscendo ad allontanarsi, ne è nata una colluttazione mentre Limido brandiva la mazza da golf e in quella occasione sono partiti dei colpi di coltello. Ecco quello che è successo. L’unica volontà di Marco Manfrinati era quella di stare con suo figlio, di avere diritto alla genitorialità”.
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Il minore
L’avvocato difensore Busignani si espone sul provvedimento del giudice inerente il figlio del suo assistito sottolineando: “Il divieto viene applicato dal giudice nei confronti della persona offesa. Il bambino non è mai stato individuato come persona offesa in nessuno degli atti processuali. Risiede presso la madre, ma è affidato ai servizi sociali di Varese con provvedimento del tribunale di Busto Arsizio del 23 novembre 2023″.
E sui due anni di terrore raccontato dalla famiglia Limido il difensore risponde ancora: “Sono racconti. I processi dimostreranno se sono fatti. Le denunce non sono sentenze di condanna. Tanto che non possono essere utilizzate come mezzi di prova”.
Nel frattempo il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto al 40enne aggiungedo per l’omicidio di Fabio Limido le aggravanti della premeditazione e di abietti e futili. In ultimo, al programma Rai “La vita in diretta”, il padre dell’assassino ha detto: “Mio figlio non è un pazzo scatenato. Non ha mai fatto niente di violento. È un falso totale che abbia minacciato. Avrà scritto qualcosa dopo mesi che non vedeva il bambino. Non ha mai picchiato”.