Omicidio di Garlasco, si indaga sull’alibi di Andrea Sempio

Le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco mettono in discussione l’alibi di Andrea Sempio, si analizzano le celle telefoniche, gli scontrini e le dichiarazioni rilasciate anni fa

 Proseguono le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, la studentessa di Garlasco rinvenuta morta nella villetta di famiglia il 13 agosto 2007. Un caso che ha fatto notizia per anni e che continua a riservare sorprese: nonostante per quell’omicidio sia già stata pronunciata una condanna definitiva a carico del fidanzato di Chiara, Alberto Stasi.

Andrea Sempio in tribunale
Omicidio di Garlasco, si indaga sull’alibi di Andrea Sempio – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Da alcuni giorni il caso è definitivamente riaperto con gli inquirenti che stanno indagando sull’alibi di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara oggi figura chiave nelle nuove indagini sull’omicidio.

Omicidio Garlasco, l’alibi di Andrea Sempio

Sempio ha sempre dichiarato di trovarsi a Vigevano la mattina del delitto, ma una serie di incongruenze nelle dichiarazioni e nelle prove esaminate dagli inquirenti avrebbero sollevato nuovi dubbi. L’elemento cardine dell’alibi di Sempio è uno scontrino del parcheggio di Vigevano, emesso alle 10.18 del 13 agosto 2007, conservato per oltre un anno dalla madre e consegnato ai carabinieri solo nell’ottobre 2008.

LEGGI ANCHE – Rimpasto nel Comune di Milano, come cambiano gli incarichi di giunta

Tuttavia, il suo telefono cellulare avrebbe agganciato per diverse ore una cella telefonica di Garlasco la mattina dell’omicidio, un dettaglio che contrasta con la versione fornita dallo stesso Sempio.

DNA e scontrini

Si indaga anche sulle tracce di DNA rinvenute sotto le unghie di Chiara che ricondurrebbero proprio allo stesso Sempio e che in qualche modo potrebbero anche non essere giustificate dalla sua frequente presenza nella casa del delitto, dalle partite ai videogames e dall’uso condiviso del computer di famiglia.

LEGGI ANCHE – Arriva il film su Vasco a San Siro: ennesimo record

L’alibi fornito da Andrea Sempio si basa su una ricostruzione precisa dei suoi spostamenti quel giorno: il giovane – che oggi ha 37 anni – avrebbe atteso a casa con il padre fino al rientro della madre, per poi recarsi in libreria a Vigevano. Tuttavia quella stessa libreria risultava chiusa la mattina dell’omicidio.

“Ne abbiamo cannata una…”

Il telefono cellulare di Sempio avrebbe agganciato la cella di Garlasco per due ore e mezza, dalle 9.58 alle 12.18, nonostante egli avesse dichiarato agli inquirenti di essersi recato a Vigevano.

LEGGI ANCHE – Altri guai per la figlia di Wanna Marchi: Stefania Nobile di nuovo arrestata

Intercettazioni successive mostrano un dialogo tra Sempio e suo padre nel 2017, in cui lo stesso Sempio sembra rendersi conto di una discrepanza nelle dichiarazioni rilasciate agli inquirenti: “Ne abbiamo cannata una – dice il giovane al padre – io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, tu hai detto prima”. Il padre, cercando di tranquillizzarlo, risponde… “Son passati dieci anni, non cambia niente”. Un quadro complesso che getta nuove luci sul caso.

Garlasco, le  indagini su Sempio e il prelievo del DNA

Nel 2017, a distanza di dieci anni dal delitto, l’inchiesta era già stata riaperta con Sempio sottoposto a un prelievo coattivo del DNA. Una decisione giustificata dopo che una nuova perizia aveva rivelato la presenza di tracce genetiche del giovane sotto le unghie della vittima: “Andrea è tranquillo, sta solo cercando di sistemare la sua situazione lavorativa, vuole tornare a lavorare al più presto” ha dichiarato il suo avvocato Massimo Lovati.

Chiara Poggi, scatto social
Garlasco, le  indagini su Sempio – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Garlasco-Sempio, un’inchiesta ancora aperta

Mentre l’inchiesta prosegue, gli inquirenti cercano di ricostruire con precisione gli spostamenti di Sempio quel giorno, confrontando le dichiarazioni rese nel corso degli anni con le nuove prove disponibili. Il DNA prelevato potrebbe fornire elementi chiave per chiarire definitivamente il ruolo di Andrea Sempio nel caso di Garlasco, mentre le indagini sulle celle telefoniche e sulle incongruenze nel suo racconto restano aperte.

La detenzione di Alberto Stasi

Nel frattempo Alberto Stasi prosegue la sua detenzione che si dovrebbe concludere tra alcuni anni, forse già l’anno prossimo considerando la buona condotta e l’attuale regime che lo vede lavorare di giorno per tornare in cella al carcere di Bollate solo di notte. Stasi, che oggi ha 41 anni, sta stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, la sua detenzione dovrebbe scadere nel 2030.

Gestione cookie