Milano, scoppia il caso in piazza: “Mattarella non è il mio Presidente”, la frase di un Carabiniere sconvolge | VIDEO

Milano, la manifestazione pro Palestina scalda gli animi. Repubblica mostra il video di un Carabiniere che “snobba” Mattarella. È polemica.

Milano, è caos. La manifestazione pro Palestina porta ancora il dibattito sulla questione Israelo palestinese con sospesi e confronti da determinare. Sicuramente è un argomento che spiazza e coinvolge anche in Italia. Motivo per cui le grandi città si mobilitano per chiedere un cessate il fuoco dalle parti di Gaza con la volontà di porre l’accento sull’importanza di una soluzione condivisa.

Palestina manifestante
Carabiniere risponde a una manifestante (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Il prodotto di questi intenti è tradotto nelle mobilitazioni cittadine che hanno invaso anche Milano con i movimenti pro Palestina e non solo. La vera novità tuttavia è il coinvolgimento intergenerazionale di certe argomentazioni. In piazza nei giorni scorsi c’erano giovanissimi, ma anche adulti e qualche anziano.

Carabiniere risponde a una manifestante pro Palestina

Come la signora Franca Caffa, 94 anni e le idee chiarissime. Lei è in piazza – da quel che afferma – per dare seguito alle parole di Mattarella. Il Presidente della Repubblica Italiana nel Giorno della Memoria ha ricordato come sia importante la tolleranza: “Chi ha provato sulla propria pelle l’oppressione non deve opprimere a sua volta”.

Manifestante Palestina
Le Forze dell’Ordine al centro di un caso social (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Parole forti che la signora sposa in pieno e quando un Carabiniere prova a fermarla lei risponde con l’unica arma che possiede: la dialettica. “Cosa ha detto Mattarella? Io sono in piazza anche per questo”. E il rappresentante delle Forze dell’Ordine risponde prontamente: “Con tutto il rispetto, signora, ma non è il mio Presidente. Io non l’ho votato”.

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Scoppia il caso social

Lo sgomento sui social è chiaro e inequivocabile. È tutto un susseguirsi di commenti increduli. Una risposta che molti giudicano “rivoltante”. Tenere a bada il malcontento della Rete non è facile: il caso scoppia qualche giorno dopo i movimenti di piazza. In mezzo anche l’attendibilità dell’Arma nel selezionare certe personalità: non perdona niente il popolo di Internet, ma la situazione si estenderà anche fuori. La ripresa ha fatto il suo dovere: acceso i riflettori su un problema più grande come la guerra, ma ha anche messo in evidenza altrettanti sospesi. Non solo sul piano della gestione.

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