Milano, incastrati i furbetti dell’assegno sociale: danni all’Inps per 800mila euro | VIDEO

Colpo grosso a Milano, per quanto riguarda i furbetti dell’assegno sociale. Danni all’Inps per 800mila euro: ecco le indagini e i risultati

Sono seicento le persone coinvolte nell’indagine sui furbetti dell’assegno sociale. L’inchiesta del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Milano ha infatti portato alla luce una situazione incredibile, che ha causato all’Inps un danno accertato di 800mila euro. Coordinata dalla Procura di Milano, questa ha riguardato l’erogazione dell’assegno sociale: ecco i dettagli e i risultati.

Incastrati i furbetti dell'assegno sociale
Incastrati i furbetti dell’assegno sociale: ecco cosa facevano (milano.cityrumors.it)

A Milano erano 8956 le persone che, ad ottobre 2022, percepivano l’assegno sociale. All’interno di questo folto gruppo, il Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano ha analizzato più di 600 posizioni di percettori di origine straniera che si caratterizzavano per diverse anomalie, dalla mancata sottoposizione al vaccino durante il periodo di pandemia alla carta d’identità scaduta e non rinnovata. Ecco come si son svolte le indagini e qual è stato il risultato.

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I sospetti e le verifiche

Le anomalie riscontrate dal Nucleo Operativo nei confronti dei 600 percettori dell’Assegno Sociale hanno portato gli investigatori a supporre che tali persone non risiedessero più in Italia o che non fossero più in vita. La mancata scelta di un medico di base, l’assenza della carta d’identità valida e l’iscrizione irreperibile all’anagrafe comunale sono infatti solo alcune delle stranezze notate dalle autorità. Gli investigatori si sono quindi rivolti ai medici di base e si sono recati direttamente nei luoghi di residenza di queste 600 persone: in alcuni casi è stato coinvolto anche Interpol per la localizzazione di persone trasferite all’estero o per l’accertamento di un decesso.

Incastrati i furbetti dell'assegno sociale
Incastrati i furbetti dell’assegno sociale: danni per 800mila euro (milano.cityrumors.it)

Dopo i dovuti controlli, il Nucleo Operativo ha potuto delineare tre gruppi di furbetti. Ci sono quelli che hanno abbandonato l’Italia senza però comunicarlo all’Inps, quindi continuando a prelevare l’assegno sociale accreditato regolarmente sul conto corrente italiano. Ci sono poi quelli che, essendo morto il percettore dell’assegno sociale spesso loro parente, non hanno comunicato il decesso della persona ed hanno quindi continuato a prelevare i soldi accreditati mensilmente.

Infine, il terzo gruppo accomuna i figli dei percettori deceduti all’estero che hanno simulato che fossero ancora in vita e, servendosi anche del loro Spid o della loro Carta d’Identità Elettronica, hanno continuato a prelevare per loro le somme dell’assegno sociale.

Denunce e segnalazioni

Secondo le indagini effettuate dalle autorità, il danno alle casse dell’Inps è di circa 800mila euro. Grazie alla collaborazione tra i Carabinieri per la Tutela del Lavoro e la direzione provinciale dell’Inps di Milano, però, sono già stati recuperati 457mila euro. Al momento sei persone sono state denunciate in stato di libertà: due hanno omesso di comunicare il decesso di un genitore percettore dell’assegno sociale, tre si sono trasferiti all’estero ma continuano a prelevare i soldi e uno è invece irreperibile in Italia già dal 2014, nonché è stato colpito da un ordine di carcerazione dal Tribunale di Milano nel 2019.

Una persona è stata poi denunciata poiché ha emesso la comunicazione all’Inps di entrambi i suoi genitori, ex beneficiari dell’assegno sociale, continuando quindi a fingere che fossero in vita e usando il loro Spid per prelevare le somme ad essi destinate. In questo caso, la furbetta continuava anche a percepire la pensione di invalidità di entrambi i genitori e aveva addirittura rinnovato il pass disabili rilasciato dal Comune di Milano. Si stima che questa donna dal 2015 ad oggi abbia percepito 160.000 euro in modo illecito. Tre persone sono infine state denunciate poiché sono state all’estero per un periodo maggiore a 29 giorni, il limite massimo consentito.

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