Milano, in manette Franco Scaglione. Uomo di spicco all’interno di Cosa Nostra e non solo: era l’assistente di Gianni Nicchi, detto Tiramisù.
Aria distinta, poca paura e cervello fino. Scaltro sin da subito, Franco Scaglione, uno di quelli che problemi non se ne fa. Quando bisogna trovare una soluzione per gli “amici” lui c’è sempre. O quasi. L’uomo è una delle personalità di spicco all’interno della criminalità organizzata odierna.
Ha avuto un”ottima scuola” essendo stato uno dei custodi a Milano del boss Gianni Nicchi, numerò tre di Cosa Nostra, meglio conosciuto come Tiramisù. Per Scaglione era arrivato il momento di tentare il tutto per tutto: sapeva come muoversi a Milano e ha tentato un summit all’interno del Cimitero Monumentale con altre 9 persone.
Arrestato Franco Scaglione: l’ex assistente di Tiramisù al centro di un rapimento
Una vera e propria “comitiva del malaffare” che, però, non aveva fatto i conti con le autorità. Insieme a lui Maurizio Tripi e Michele Mennoia. Nomi di spicco nell’universo criminale per aver già tentato nel 2008 il colpo milionario alla Maison Casa Damiani, Corso Magenta. Oltre al chilo di cocaina, Scaglione – con la complicità di 9 persone – era in possesso di armi, divise della Guardia di Finanza e diversi torrierei espressi pronti a intervenire.
In cantiere ci sarebbe stato un colpo alla gioielleria Veneruz di Castellanza, in provincia di Varese. Iniziativa bloccata sul nascere. I motivi per sospettare dell’uomo sono stati tanti: in primis era intercettato, aspetto che Scaglione avrebbe completamente sottovalutato.
Il colpo
Eppure anche nel 2010 accadde qualcosa di simile: l’uomo ha tentato di assaltare una filiale della Banca Intesa con la complicità di Lucianino Beccalli. Anche in quel caso sono stati presi in tempo, ciononostante Scaglione continua ad essere una personalità di spicco nel mondo del malaffare.
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L’armamentario per questo ultimo colpo è stato rinvenuto al civico 23 di viale Romagna. Un blitz che avrebbe portato nelle casse di Scaglione e i suoi complici ben un milione di euro. Intercettazioni e GPS hanno monitorato gli spostamenti della “banda” dopo alcuni sospetti confrontando il modus operandi di Scaglione e soci. Una mano equivalente a una firma che, in questo caso, non è andata tanto lontano.