Maxi truffa a due imprenditori: affare da 4 milioni di euro in fumo, denunciate tre persone

Tre denunce da parte della Guardia di Finanza a professionisti del raggiro per via di una maxi truffa a due imprenditori. La vicenda.

Un gioco di incastri. Questo è stato determinante per coinvolgere due imprenditori altoatesini in una maxi truffa economica condotta da tre professionisti del raggiro. Una vicenda andata avanti per alcune settimane fino alla denuncia da parte della Guardia di Finanza. Tra le persone coinvolte anche un bergamasco.

Guardia di Finanza Bolzano
Maxi operazione della Guardia di Finanza (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Nello specifico i due imprenditori – entrambi proprietari di un hotel nella provincia di Bolzano – hanno chiesto un prestito obbligazionario di 4 milioni di euro, con una consulenza relativa di 140mila euro, a presunti esperti del settore per cercare di risanare le pendenze e appianare le difficoltà economiche.

Due imprenditori al centro di una maxi truffa

Un consulente bergamasco ha consigliato a entrambi metodi di prestito “alternativi” che, in principio, non hanno insospettito i proprietari dell’albergo. Forse perchè davvero avevano bisogno di rientrare dagli ammanchi. Le indagini sono cominciate quando uno dei presunti consulenti li ha indirizzati verso un collega trevigiano che, a sua volta, si è presentato come intermediario di una società rumena.

Bolzano Guardia di Finanza
Due imprenditori in trappola a causa di prestiti falsi (ANSA-MilanoCityRumors.it)

La quale avrebbe agito di concerto con un fondo estero. A garantire tutto questo ci sarebbe dovuto essere un avvocato rumeno. Proprio il legale avrebbe proposto l’emissione dell’obbligazione. 4 milioni di euro, una cifra monstre da collocare sul mercato USA con pagamento annuale degli interessi più il rimborso del capitale soltanto alla scadenza dell’obbligazione.

L’intervento della Guardia di Finanza

Queste premesse hanno indotto i soci e gli imprenditori a firmare un mandato di consulenza con cui – in cambio di emissioni obbligazionarie – si impegnavano a versare 140mila euro su un conto corrente rumeno. Dopo il pagamento della consulenza, però, il prestito obbligazionario non è mai stato emesso.

Gli stessi indagati hanno fatto sottoscrivere ai proprietari dell’hotel – vittime di questo raggiro – un addendum al contratto di mandato di consulenza che attestava come un’altra impresa (successivamente dichiarata fallita) avrebbe sostituito la società rumena liberandola da qualunque vincolo contrattuale nei confronti della struttura alberghiera altoatesina. I finanzieri, nello specifico, hanno accertato che il denaro accreditato fosse finito nella disponibilità economica dei tre indagati: l’advisor trevigiano, l’avvocato rumeno e il consulente bergamasco.

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L’autorità giudiziaria di Bolzano, nella fattispecie, dopo la conclusione delle indagini preliminari, ha preso atto della restituzione del profitto del reato da parte del trevigiano e del presunto legale chiedendo l’archiviazione per condotta riparatoria nei confronti dei primi due indagati. Discorso diverso, invece, per il consulente bergamasco che dovrà rispondere dei reati a lui contestati.

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