Una lunga e dolorosa, ma soprattutto pesante inchiesta da parte della Procura di Milano che adesso agisce e mette tutti alla sbarra
Picchiati, pestati quasi a sangue, alcuni massacrati di botte non si capisce se per il solo gusto di farlo oppure perché avevano fatto qualcosa che non andava fatto. Eppure al carcere minorile Beccaria di Milano erano scene che si vedevano spesso, a volte quotidianamente. E tutti restano in silenzio.

O meglio non proprio tutti anche perché a far uscire questa storia è la Procura di Milano che da tempo indaga e da tempo è sulle tracce delle persone che hanno permesso tutto questo. Una storia che è uscita tempo fa ma che adesso è all’interno di carte e documenti importanti che stanno facendo il giro del web. E che stanno indignando tutti, ovviamente i parenti dei ragazzi che hanno subito queste violenze.
All’interno dei documenti è descritta ogni singola azione violenta, ogni situazione che dovrebbe essere cancellata e dimenticata per la leggerezza e la pesantezza con cui venivano fatte determinate cose a giovani ragazzi che erano al penitenziario per scontare la loro pena, con alcuni che avevano già problemi seri proprio perché erano dentro al carcere. Detenuti ma sempre ragazzi che andavano tutelati e protetti, invece niente di tutto questo. E la speranza è che in altre situazioni non ci sia qualcosa del genere con le persone che erano preposte ai controlli che hanno girato la testa e gli occhi dall’altra parte.
Una vicenda indegna che coinvolge tutti
Scene di ordinaria follia ma non solo per la violenza ma anche e soprattutto per la responsabilità che avevano e che hanno funzionari che erano preposti alla vigilanza e al controllo della situazione, ma tanti, davvero tanti di loro erano non solo conniventi con le scene di violenza ma chi non lo era, sapeva e si girava dall’altra parte.
Ragazzi che urlavano dal dolore per le botte che prendevano e chiedevano aiuto per ore e ore, senza ricevere nulla, addirittura, si legge nei documenti della Procura di Milano, che in alcuni stralci, sono davvero agghiaccianti, senza avere da mangiare e da bere. Ma la Procura di Milano, agendo da mesi e su segnalazioni anonime, ha cominciato a indagare e soprattutto ad intercettare e pizzicare agenti che menavano a ritmi incessanti. “L’abbiamo ucciso, massacrato proprio“, vengono riportate alcune intercettazioni di alcuni agenti della polizia penitenziaria. Uno scandalo senza precedenti e con la possibilità che adesso, seppur in forma tardiva, si indignino tutti.

Ci sono foto, video e tanto altro nelle carte che sono state depositate dai magistrati e dalla squadra mobile di Milano su quanto è accaduto al Beccaria di Milano. Gli indagati sono 51, un’enormità, con reati pesanti e vergognosi che vanno dalla tortura ai maltrattamenti, fino alle lesioni e anche al falso.
Sono ben novecento le pagine di informativa che ha redatto la squadra Mobile guidata da Alfonso Iadevaia e seguita dai pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, i due magistrati che hanno avviato l’inchiesta contro le violenze del Beccaria. sui minori tra il 2021 e il 2024. “Un sistema endemico, deputato all’uso spregiudicato e gratuito della violenza da parte di numerosi agenti di polizia penitenziaria”, si legge nei documenti che sono stati diffusi.
Tra gli indagati anche l’ex direttrice Maria Vittoria Menenti che pare fosse informata su quanto accadeva e non ha fatto nulla, tanti agenti di polizia penitenziaria e anche altri funzionari, dirigente ed ex direttori del Beccaria. E’ solo l’inizio…