Nel pomeriggio di sabato la periferia sud-est di Milano è stata scossa dal rinvenimento di due cadaveri ripescati dal Ticino, a Turbigo e dal Lambro, a Peschiera Borromeo.
Un uomo barcolla, cade in acqua e muore annegato. Sono le quattro del pomeriggio quando alcuni passanti, colpiti dall’immagine di un uomo che cade nelle acque del Ticino nei pressi di Turbigo danno l’allarme.

Una immagine purtroppo drammatica. L’uomo, visibilmente malfermo e barcollante, cade improvvisamente è caduto nelle acque del fiume per poi tentare di tornare faticosamente a riva.
Ripescato un cadavere dal Ticino
I testimoni hanno raccontato che l’uomo, di circa trent’anni e senza documenti, ha cercato di lottare contro la corrente in un disperato sforzo di sopravvivenza che purtroppo non è bastato. Mentre sul posto arrivavano i soccorritori dei vigili del fuoco, due passanti sono riusciti a raggiungerlo: hanno anche tentato un massaggio cardiaco, ma quando gli uomini del 118 sono arrivati, non c’era più nulla da fare.
Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia per chiarire le cause del decesso ma tutto fa pensare a un malore improvviso e mortale.
Un secondo cadavere a Peschiera
Poco più tardi, sempre in provincia di Milano, ma lungo il Lambro, i carabinieri e i vigili del fuoco hanno compiuto un altro recupero ugualmente drammatico. Verso le 16.30, lungo l’ansa del Lambro che lambisce Peschiera Borromeo, qualcuno nota un corpo bloccato contro una chiusa. Grazie alla segnalazione immediata, i sommozzatori dei vigili del fuoco, insieme ai tecnici preposti alla manutenzione, intervengono con rapidità. L’uomo, sui quarant’anni e anch’esso privo di documenti, viene recuperato.
Anche qui da capire se la tragedia sia stata causata da un malore o da un gesto volontario. In settimana tuttavia c’erano state altri due decessi, persone che in queste giornate particolarmente calde e afose cercavano negli specchi d’acqua della provincia un po’ di refrigerio. Un morto nelle acque dell’Adda, un altro nel Naviglio della Martesana.