Commerciante ucciso ad Affori, la figlia deve essere arrestata

Il 5 febbraio 2016 fu ucciso il titolare di uno storico negozio di calzature nel quartiere Affori di Milano. Simona Pozzi, figlia del titolare, lavorava nell’attività del padre e sarebbe stata lei la mandante dell’omicidio di Maurizio Pozzi. È stato deciso dal Tribunale del Riesame dopo aver accolto il ricorso dei pm Alberto Nobili e Antonia Pavan, contro il no dell’arresto del gip comunicato qualche tempo fa.
Il provvedimento del Riesame afferma che Simona Pozzi è accusata di aver commissionato l’omicidio del padre, ad una persona non identificata, nell’appartamento dove l’uomo viveva. Nel 2013 inoltre, la 45enne aveva già demandato il tentato omicidio del padre ad un uomo legato alla cosca mafiosa dei Pompeo-Tallarico: in cambio di tremila euro cercò di uccidere Maurizio Pozzi con un bastone. Cinque anni fa Simona avrebbe chiesto poi, sempre allo stesso complice: “del veleno sempre per uccidere il padre lamentandosi poi che quanto Tallarico le aveva fornito non aveva alcun effetto”.
Somministrava inoltre al padre tranquillanti per evitare sfuriate e tenerlo calmo nei momenti di litigio. La vittima aveva ceduto la gestione alla figlia, la quale “ritirava tutta la posta indirizzata ai genitori” senza metterli a conoscenza del fatto che aveva cumulato tantissimi debiti.
Prove schiaccianti secondo il Riesame che però non hanno convinto a pieno il gip, il giorno dell’omicidio Simona aveva dimostrato di essere stata nell’attività conservando tutti gli scontrini dei suoi spostamenti. Lei è stata accusata di essere la mandante, non l’assassina ma il gip ha ritenuto il caso carente di una prova oggettiva.
La donna resta in attesa di pronuncia della Cassazione (la difesa ha fatto ricorso). È stato arrestato invece, a seguito delle indagini dei pm di Bergamo, Pasquale Tallarico, accusato del tentato omicidio precedente.

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