Nel 2021 il 22enne Alessandro Patelli uccise a coltellate il tunisino Marwen Tayari dopo una lite per futili motivi. Ad assistere all’omicidio le due figlie della vittima. Ora il padre del killer da la sua versione dei fatti
Per raccontare la sua verità, Giambattista Patelli, padre del 22enne Alessandro che l’8 agosto del 2021 uccise a coltellate il tunisino 34enne Marwen Tayari, usa i social. Lancia una richiesta d’aiuto su Facebook spiegando a tutti cosa sia davvero capitato quel giorno davanti al portone della palazzina di via Novelli, in pieno centro città a Bergamo.
Un video di sei minuti che l’uomo spera venga condiviso da molte persone, soprattutto dopo la conferma in primo e secondo grado della condanna del figlio a 21 anni di carcere per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Al momento Alessandro Patelli è ai domiciliari.
Il video social
L’8 agosto del 2021, davanti al portone di casa in via Novelli, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Bergamo, il 22enne Alessandro Patelli uccise a coltellate il tunisino 34enne Marwen Tayari. Il delitto scaturì, secondo quanto appreso dalle indagini e le testimonianze, per un banale diverbio a cui avevano assistito anche le figlie della vittima che all’epoca dei fatti avevano 12 e 2 anni.
A distanza di quasi tre anni dall’omicidio e la conferma della condanna a 21 anni di carcere, il padre di Alessandro, il signor Giambattista Patelli racconta la sua verità sui fatti accaduti quel giorno di inizio agosto. Come riporta anche il Giorno, l’uomo sulla sua pagina Facebook si rivolge al popolo social postando un video in cui spiega:
“Alessandro non è un assassino e non voleva proprio ammazzare nessuno. Lo scopo di questo video, siccome è stato presentato ricorso in Cassazione è quello di fare sapere a tutti come sono andate realmente le cose, al di là di narrazioni politicamente corrette o meno. Alessandro non è un assassino. Andava protetto, nessuno lo ha protetto. Lo dobbiamo fare noi. Aiutatemi a salvare Alessandro”.
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La verità del padre di Alessandro
Nel filmato il padre del 22enne Alessandro Patelli espone la sua personale versione dei fatti che si discosta dal giudizio emesso dai magistrati i quali confermano che fu lui, il giovane, a provocare il tunisino. Ma a detta di Giambattista, il figlio quel giorno era sceso da casa sua per raggiungere un terreno di proprietà della famiglia e sui gradini esterni della palazzina di via Novelli (Bergamo) trovò ad attenderlo il 34enne Tayari con la sua famiglia.
Il padre del 22enne continua il racconto specificando che ad essere un tipo molto violento e aggressivo è invece Tayari. “Il tipo gli borbotta qualcosa, ma lui (Alessandro) non ci fa caso, scende e va a prendersi la moto che era in cortile”. Ma, secondo la versione del padre di Patelli, il figlio dimentica il casco, dunque risale in casa e il tunisino continua ad aggredire verbalmente il 22enne.
Quando, pochi minuti dopo Alessandro ritorna nuovamente fuori, il 34enne con la famiglia si incammina verso via Paglia. Ma il tunisino, secondo le parole di Giambattista Patelli, ritorna indietro per minacciare il figlio Alessandro. In mano ha una bottiglia di birra. Il 22enne si spaventa ed estrae il coltellino. “Chiunque sarebbe andato nel panico”, commenta Patelli. Questa versione dei fatti è quella che da sempre ha sostenuto anche Alessandro riferendo di aver agito per paura dopo che il tunisino gli mostrò le cicatrici di tagli che aveva sul petto e, con uno sgambetto, lo fece cadere a terra.
Ora, il padre di Alessandro e lo stesso imputato sperano nella Cassazione.