Sfruttamento sessuale: il punto di Fondazione Somaschi

In occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, Fondazione Somaschi ha fotografato il fenomeno dello sfruttamento sessuale ai tempi della pandemia.

La onlus si occupa del fenomeno dal 1996 e opera sulle strade di Milano e dell’hinterland.
“Il COVID non ha fermato la tratta di esseri umani a scopo sessuale – ha affermato Isabella Escalante, responsabile del servizio Bassa Soglia della Fondazione – , ha solo cambiato le modalità di accesso della clientela. Con la pandemia è aumentata esponenzialmente la prostituzione in appartamento, rendendo ancora più difficile intercettare e aiutare le vittime di sfruttamento”.

La Onlus per tutto il 2020 non ha mai interrotto i servizi per arginare il fenomeno dello sfruttamento, sia che si trattasse delle unità mobili su strada sia che si trattasse del monitoraggio degli annunci sessuali online.
“Da marzo 2020, tra zone rosse e lockdown – ha spiegato Escalante -, le strade si sono progressivamente svuotate di donne. Hanno resistito soltanto le transessuali. Durante la pandemia le ragazze conosciute in strada, con cui siamo sempre rimasti in contatto, ci hanno confermato che il loro lavoro proseguiva in appartamento con i clienti fissi. Solo da fine aprile 2021 hanno iniziato a tornare in strada.”

Nella maggior parte dei casi il bisogno più urgente per le donne è quello di essere accompagnate dal medico per visite e controlli. Ma alcune di loro, grazie al rapporto di fiducia instaurato con gli operatori, decidono di affrontare un percorso di fuoriuscita dallo sfruttamento, trovando ospitalità nelle case rifugio gestite da Fondazione Somaschi e altri enti qualificati del territorio.

L’equipe del servizio indoor della Fondazione è composta da educatori e mediatori culturali che lavorano con telefoni, profili Facebook e chat WhatsApp attive h24. Le donne e le transessuali che aiutano, come quelle incontrate in strada, nella maggioranza dei casi sono vittime invisibili di un racket che le obbliga a prostituirsi per pagare debiti molto consistenti, spesso il prezzo del viaggio che le ha portate in Italia da Africa, Est Europa, Brasile, Perù, Colombia e Cina.

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