Niguarda: il primo intervento al cuore per un neonato nato prematuro

All’ospedale Niguarda di Milano è stato eseguito un intervento di cardiochirurgia su un neonato che pesava appena un chilo e cento grammi.

Il piccolo, nato prematuro, presentava un dotto arterioso rimasto aperto che, nel breve periodo, gli avrebbe causato scompensi al cuore.
Vista la delicata situazione clinica, il team operatorio è stato multidisciplinare e ha incluso cardiologi pediatrici, anestesisti, tecnici di radiologia, neonatologi e infermieri.
Per l’occasione, inoltre, è stato impiegato un nuovo strumento che, tramite un catetere del diametro di uno spaghetto, è stati inserito con una puntura dalla vena femorale per raggiungere l’arteria polmonare e quindi, l’aorta.

“Una volta in sede, dal catetere è stato rilasciato un dispositivo auto-espandibile che è andato a tappare il dotto arterioso aperto – ha spiegato Giuseppe Annoni, cardiologo pediatrico di Niguarda – Durante la vita fetale, infatti, esiste un ‘tubicino’, il dotto di Botallo appunto, che, mettendo in comunicazione l’arteria polmonare con l’aorta, ottimizza la circolazione fetale. Dopo la nascita, il dotto normalmente si chiude, ma se questo non avviene possono insorgere complicazioni cardiache”.

“Il dotto – ha aggiunto Stefano Martinelli, direttore della Terapia intensiva neonatale di Niguarda – se rimane aperto, può creare problemi alla perfusione degli altri organi fino ad arrivare allo scompenso cardiaco.
La terapia di scelta per la chiusura è farmacologica ma in alcuni casi non funziona e necessita pertanto l’intervento cardiochirurgico”.

“La metodica con catetere transcutaneo – ha continuato – è molto meno invasiva e molto meglio tollerata da questi neonati molto piccoli e altamente instabili. Inoltre da qualche anno abbiamo introdotto una nuova modalità di monitoraggio anch’essa non invasiva, la cardiometria elettrica, che si protrae per tutte le fasi della procedura e nelle 24 ore successive. Questo ci consente di valutare in continuo la stabilità emodinamica dei neonati e di intervenire con la terapia farmacologica, se necessario”.

Il delicato intervento non ha presentato criticità tanto che il piccolo paziente è già tornato nella terapia intensiva neonatale del Policlinico di Milano per proseguire le cure.
Questo nuovo metodo operatorio è stato introdotto a Niguarda nel 2019 e, da allora, sono stati già trattati 8 neonati provenienti anche da altre terapie intensive neonatali come Macedonio Melloni, Varese e Lecco.

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