Coronavirus: un robot per velocizzare l’analisi dei test

In questa fase dominata dal coronavirus, molti tecnici di laboratorio si trovano a effettuare i lavori di analisi compiendo quasi sempre la stessa sequenza di movimenti.
E allora poteva non entrare in gioco la tecnologia? E infatti è successo grazie alla così detta “robotica collaborativa” che ha prodotto YuMi.
Il robot è frutto della collaborazione tra il Politecnico di Milano, l’Istituto europeo di oncologia e l’azienda Abb. Andrea Zanchettin, dottore di ricerca con esperienza nella robotica collaborativa e oggi professore al Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico si è occupato della parte di automatizzazione del progetto.
Un aiuto ai tanti tecnici di laboratorio che, vista la mole di test da eseguire, si trovano a compiere più volte la stessa sequenza di movimenti. Un lavoro si può rivelare usurante soprattutto a carico dei tendini delle mani che manovrano con le pipette delle analisi.
Ecco allora il robot formato da due bracci. Sul sinistro è montata una micro pipetta, sul destro una ‘mano’ con due dita che serve a movimentare le piastre dei test sierologici. 
Il tecnico riempie con il siero del paziente una piastra a pozzetti fatta in modo tale che una componente del virus, se presente, si attacchi alla plastica. Per permettere tutto questo serve un periodo di incubazione al termine del quale la piastra va lavata dell’eccesso.
È in questa fase che interviene il robot YuMi. 
Il tecnico posiziona le piastre da lavare sopra un vassoio dotato di un sensore che avvisa il robot di attivarsi e inserire il liquido di lavaggio dentro i pozzetti. Il robot preleva quindi la piastra, la mette in posizione, preleva da un serbatoio la soluzione di lavaggio e la riempie. 
Poi ri-preleva la soluzione da ciascun pozzetto e la elimina ripetendo l’operazione per tre volte. Per compiere tutto il processo impiega circa 3 minuti.
Così facendo si riescono ad analizzare circa 450 campioni l’ora.

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