Test sierologici: indagati i vertici di Diasorin e San Matteo di Pavia

I vertici dell’azienda di biotecnologia piemontese Diasorin e del Policlinico San Matteo di Pavia sono indagati, come si legge in una nota, per “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato”.
Lo ha stabilito la Procura della Repubblica di Pavia nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal pm Paolo Mazza che indagano sul contratto di fornitura per i test sierologici stipulato tra le due parti.
Risultano indagati il presidente del San Matteo Alessandro Venturi, il direttore generale Carlo Nicora, il direttore scientifico, il responsabile del laboratorio di virologia molecolare, prof. Fausto Baldanti e l’amministratore delegato di Diasorin.
All’alba di oggi, 22 luglio, gli uomini della Guardia di Finanza hanno quindi eseguito diverse perquisizioni sia nel domicilio degli indagati sia all’interno di uffici e laboratori del San Matteo e dell’azienda piemontese.
A quanto si apprende, sono stati sequestrati documentazione e apparecchi informatici.
Questo è un ulteriore capitolo di una vicenda che ha avuto diversi sviluppi.

Diasorin e il San Matteo, infatti, avevano stipulato un contratto per la fornitura dei test sierologici destinati alla Regione Lombardia. L’ospedale aveva quindi trasferito alla società tutti i risultati delle attività di ricerca e sperimentazione per far sì che i test diagnostici ottenessero la certificazione CE.
Il tutto si era svolto senza indire una gara aperta a più fornitori. Da qui il ricorso presentato da un’azienda concorrente, Technogenetics e l’avvio dell’inchiesta.
C’era stato un primo pronunciamento del Tar che aveva annullato il contratto, seguito lo scorso 17 luglio dal pronunciamento del Consiglio di Stato che lo aveva reso di nuovo valido chiedendo che venissero eseguite ulteriori indagini sul rapporto tra l’azienda privata e l’ ospedale pubblico.

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