Scala di Milano, intesa trovata: come cambiano le gerarchie del teatro d’opera

Scala di Milano, c’è l’intesa sul futuro dello storico teatro d’opera. Dalla sovrintendenza alla direzione musicale: tutti i nomi.

La Scala di Milano ha finalmente trovato la quadra sul proprio futuro. Il più noto teatro d’opera meneghino ha finalmente una mappatura per l’avvenire. I principali dubbi li aveva forniti il cambio di sovrintendenza. Situazione che avrebbe potuto portare qualche dissapore, con le maestranze pronte a prendere iniziative e attuare mobilitazioni se non ci fosse stato un chiaro programma.

Teatro alla Scala
Teatro alla Scala durante la Prima del 2022 (ANSA)

Scenario evitato in calcio d’angolo, perchè Sala – Sindaco di Milano – e Sangiuliano, Ministro della Cultura, hanno trovato un’intesa finale sul tema più spinoso che potesse esserci negli ultimi tempi in ambito artistico. Il prossimo sovrintendente della Scala di Milano sarà Fortunato Ortobina, classe 1960, con anni di conservatorio alle spalle e anche tanta esperienza nelle università.

Scala di Milano, sciolta la riserva: chi sarà il nuovo sovrintendente

Senza contare che il suo alla Scala può considerarsi a tutti gli effetti un ritorno, ma stavolta dalla porta principale. Nel 2007, infatti, ha tenuto la direzione artistica del teatro, prima di passare alla Fenice di Venezia. Contesto dove, nel 2017, ha ottenuto la sovrintendenza. L’attuale carica a Milano è ricoperta da Meyer che si tratterrà fino ad agosto 2025.

Don Carlo teatro alla Scala Milano
Don Carlo inaugura la stagione del teatro alla Scala, a Milano (ANSA)

I due saranno affiancati per qualche tempo, il direttore artistico invece sarà ancora Riccardo Chailly. Almeno fino al 2026. Poi subentrerà Daniele Gatti, erede già designato con il favore di Sala e Sangiuliano. Sembrava impossibile trovare una quadra, invece nelle scorse settimane tutti i nodi si sono sciolti.

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Le prospettive future

In maniera tale da scongiurare anche una possibile mobilitazione di attori e addetti ai lavori che sarebbero stati pronti a lasciare il proprio posto in mancanza di certezze. Il futuro della Scala è salvo, la programmazione può riprendere senza timore di interruzioni o fasi di stallo. Il sipario non si chiude. Anzi, è pronta una nuova apertura: stessi presupposti con complici diversi.

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