Fabio Manduca: condanna confermata in Appello

La Corte di Assise di Milano ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione, con l’accusa di omicidio stradale, per Fabio Manduca, l’ultras napoletano ritenuto responsabile della morte di Daniele Belardinelli avvenuta nel corso degli scontri tra le tifoserie nel dicembre del 2018.

La condanna in primo grado risaliva al novembre del 2020 su pronunciamento del gup Carlo Ottone De Marchi dopo che l’accusa, attraverso i magistrati Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri, aveva chiesto una condanna a 16 anni con l’accusa di omicidio volontario con il cosiddetto “dolo eventuale” ovvero il fatto di aver compiuto un’azione di per sé criminale in modo consapevole, nonostante le conseguenze che avrebbe avuto. Il capo di imputazione era stato poi trasformato in omicidio stradale non riconoscendo nell’imputato la volontà di uccidere.

I fatti che hanno coinvolto Manduca risalgono al 26 dicembre 2018 quando, in occasione della partita Inter – Napoli, ci furono degli scontri fuori dallo stadio di San Siro che coinvolsero gli ultrà delle squadre in campo.
Quella sera, Manduca, alla guida di un suv di colore bianco, che faceva parte della “carovana” degli ultras napoletani, si sarebbe trovato nel pieno degli scontri quando un gruppo di ultrà interisti e di altre tifoserie tra cui quella del Varese a cui apparteneva Belardinelli, era scesa in strada cercando lo scontro con tanto di mazze, coltelli e bastoni.

Nella confusione che si era creata Manduca avrebbe superato un’altra auto della fila per puntare dritto in direzione dei rivali. Nel fare questa manovra avrebbe investito, volontariamente secondo i pm, il tifoso avversario, passando sopra il corpo e proseguendo la marcia. Manduca, per parte sua, ha sempre negato di avere agito in maniera intenzionale affermando più volte di non essersi reso conto di avere investito qualcuno.

A lui si era arrivati dopo una lunga indagine, incrociando i filmati delle telecamere di sorveglianza poste nella zona, alcune testimonianze e le intercettazioni telefoniche. L’arresto di Manduca era arrivato a ottobre del 2019 dopo che nel mese di marzo erano stati condannati 5 tifosi interisti per rissa aggravata e altri reati. Tra questi Luca Da Ros, l’unico a collaborare con gli inquirenti, che aveva patteggiato.

“Sono dispiaciuto per la vittima e la sua famiglia – ha dichiarato Manduca alla conferma della sentenza – , non volevo che una persona morisse, quella sera era la mia prima trasferta, non sono un ultrà”.



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