Speranze azzurre. E milanesi

Se c’è qualcosa su cui si possono trovare le più disparate opinioni, queste sono le convocazioni del commissario tecnico di una Nazionale. Ovvia l’attenzione maggiore attirata dal calcio, il più seguito e amato degli sport in Italia, quello che ha suscitato diffusa tristezza dopo un’esclusione dal Mondiale che non avveniva da mezzo secolo. Per ripartire, il neo selezionatore Roberto Mancini sta puntando sui talenti in ascesa, dando minutaggio che si spera possa creare esperienza in ragazzi ai quali manca l’abitudine al palcoscenico di grido.

Per questo, ad esempio, è stato convocato a settembre uno sbarbato giovincello come Nicolò Zaniolo, vergine di Serie A e che solo successivamente ha fatto il suo esordio tra i “grandi” nella cornice del Bernabeu, avversario il Real. Parliamo ovviamente di un giocatore da formare, non di un top player fatto e finito. Alla fine il ragazzo non ha nemmeno giocato, ha visto i compagni faticare enormemente contro Polonia e Portogallo, ma ha respirato l’ambiente che spera di poter ritrovare tra qualche tempo con maggiori responsabilità addosso.

Stavolta è toccato, in vista degli impegni azzurri di ottobre, a un altro giovane come Patrick Cutrone, anche se un infortunio gli ha impedito di restare in gruppo. Caso diverso da quello di Zaniolo: lui la maglia della nazionale se l’è presa a suon di gol e prestazioni, giocando in Under 21 (dove ora è finito il giallorosso) e facendo vedere nel Milan di poter essere un giocatore da “big”. In particolare stupisce la sua determinazione, la rabbia con cui insegue l’obiettivo del gol e della vittoria. Se c’è un talento in attacco già pronto per mentalità, tra i ragazzi della nuova nidiata, questo è proprio Cutrone. Solo una rosa corta in avanti, insieme a qualche problema avuto nelle ultime settimane, sta frenando Gattuso da un impiego al fianco di Higuain che il ragazzo si sta meritando.

Sulla sponda opposta del Naviglio sta facendo molto bene Matteo Politano. Non tutti se lo aspettavano a questi livelli, probabilmente. E’ il suo primo anno in una squadra nella quale ogni fine settimana si scende in campo per vincere e per di più si trova in un’Inter che non ha ancora una mentalità consolidata. Dopo sei anni si è riaffacciata in Champions League, ha rivoluzionato l’organico aggiungendo giocatori importanti ed era data (prima di un disastroso avvio di campionato) come possibile anti-Juve. Tra i calciatori che hanno mantenuto un buon livello di prestazioni, anche nel difficile inizio di stagione, c’è proprio Politano. Costante, sempre disponibile nei ripiegamenti, capace di calciare con entrambi i piedi. Autore, contro il Cagliari, di un bellissimo gol nel finale che ha regalato il 2-0 ai nerazzurri. Stride non vedere il suo nome tra i convocati di Mancini.

Non era nella lista nemmeno un mese fa, ma oggi fa più sensazione perché il ragazzo ha dimostrato di poter essere utile. Al suo posto in attacco si vedono nomi come quello di Caprari, che a Genova sta facendo bene ma in una realtà meno pressante come quella della Sampdoria, e Giovinco, per il quale si può fare il medesimo discorso elevato a potenza. Le qualità tecniche le ha sempre avute e probabilmente conservate, ma gioca da anni in un campionato come quello della Mls in cui gli avversari sono nettamente al di sotto del suo livello, per non parlare di quello medio espresso nei maggiori tornei d’Europa. Politano ha appena affrontato realtà come Tottenham e Psv, si avvia verso il suo primo Derby della Madonnina e il 24 ottobre (salvo imprevisti) volerà a Barcellona con i compagni di squadra per affrontare la corazzata blaugrana. Avrebbe meritato, prima di prendere quel volo, di salire sull’aereo per Coverciano.

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